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Stadio: Lotito indagato, rischia anche il governo del calcio

Un uragano giudiziario – scrive Stadio -. Che investe Claudio Lotito e che – stando a quanto trapelato dal secondo filone di Dirty Soccer, a Catanzaro – potrebbe riguardare nei …

Redazione VN

Un uragano giudiziario - scrive Stadio -. Che investe Claudio Lotito e che - stando a quanto trapelato dal secondo filone di Dirty Soccer, a Catanzaro - potrebbe riguardare nei prossimi giorni gare in cui è coinvolta la Salernitana. Ma attenzione, perché data la centralità del presidente della Lazio nel sistema calcio potrebbe ricadere come un macigno su tutto il governo del pallone. L’inchiesta di Napoli dice una cosa su tutte: al di là delle illazioni di nemici presunti o reali e delle smentite del diretto interessato e delle persone a lui vicine, una Procura che ha raccolto elementi per indagare su Claudio Lotito non è andata solo nei suoi uffici operativi a Villa San Sebastiano, nella sua abitazione privata e nella sede della Lazio, a Formello. E’ andata negli uffici della Lega Pro a Firenze e in quelli della Figc in via Allegri. Insomma, ha certificato quel ruolo onnipresente, plenipotenziario tra le istituzioni del calcio che a Claudio Lotito viene rinfacciato da molti.

Ora, l’accusa, che richiede conferme circostanziate, è pesante: tentata estorsione. Significherebbe l’epilogo del percorso di Claudio Lotito dirigente sportivo. Uscendo dall’equivoco dei giorni e dei mesi di stop già messi insieme dal presidente della Lazio, basterebbe questo ultimo passaggio a certificare quell’anno di stop oltre il quale si decade da tutte le cariche. E gli esperti di diritto sportivo dicono che una simile figura di reato, minacciare di togliere contributi di Lega ai club che non obbediscono, va da un paio d’anni fino (nei casi più gravi) alla radiazione.

Effetto a cascata. La Procura federale non ha mai scritto la parola fine sulla vicenda Lotito-Iodice (a tal proposito c’è sempre un fascicolo aperto alla Procura di Roma con una denuncia per diffamazione del presidente della Lazio all’ex dg dell’Ischia): nelle ultime due settimane sono sfilati da Palazzi alcuni presidenti di Lega Pro, ascoltati per avere un quadro completo della vicenda.

C’è poi l’altro aspetto, che allarga l’orizzonte e fa tremare il governo del calcio. Ieri in Figc gli inquirenti hanno parlato un’ora e mezza con Carlo Tavecchio nella sala del consiglio federale (come persona informata dei fatti), e pare che, in merito a Lotito, siano andati al di là della tentata estorsione: avrebbero rovistato anche tra i documenti della famosa clausola compromissoria concessa al presidente della Lazio dopo essere stata negata a Marotta (una cosa che indispettì molto la Juve). Insomma hanno lavorato su questa immagine, da loro ricostruita, del presidente della Lazio come factotum trasversale tra Figc e Leghe. L’altro aspetto che risulta è che in qualche modo la Procura federale (gli avvocati Raffaele Miele e Fabio Fogliamanzillo seguono la vicenda) e quella di Napoli si siano parlate e si parlino. E che a Napoli di recente sia passato un altro club di Lega Pro (campano) a lasciare una memoria su presunti sistemi poco ortodossi in Lega Pro. A questo punto Palazzi dovrà tirare le fila e decidere. L’inchiesta di Napoli è uno step in più in questa direzione.

Il nodo. La giornata con la Digos, nove ore in sede, al di là della disponibilità doverosa offerta, ha suscitato in Figc difficoltà e qualche imbarazzo. Forse più di qualcuno si aspetterebbe un gesto da Lotito (dimissioni?). Di certo c’è che il presidente della Lazio e quello della Lega Pro Macalli erano sul volo per Spalato che sarebbe partito per la gara a porte chiuse con la Croazia: poi qualcosa è successo e almeno da quel volo sono scesi prima di salire.

All’orizzonte c’è un’assemblea di Lega Pro, il prossimo 30 giugno, che ora dopo ora diventa sempre più una polveriera. Tira aria da resa dei conti, di sfiducia a Macalli. E ora la situazione sembra davvero senza controllo. Con la Lega Pro per aria i numeri del governo del calcio franerebbero. All’orizzonte il commissario? Qualcuno lo ipotizza, qualcuno lo invoca. Oggi comunque ancora non si profila questo quadro: certo, c’è un consigliere federale indagato e a cui la Procura di Napoli assegna un ruolo centrale nel sistema calcio. Se tutto intorno continua a franare quella della figura super partes diventerà la soluzione obbligata. Di certo, già con questo quadro, e con il Governo (del Paese) che spinge in una direzione, pare inevitabile non andare oltre il mandato 2016 per questo establishment del pallone. Le parole del premier Renzi tornano: «Basta con certi personaggi che hanno le mani in pasta ovunque». Insomma, il vicolo del calcio appare sempre più cieco.

Fabio Massimo Splendore - Il Corriere dello Sport/Stadio