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Stadio: la Fiorentina tradisce ancora, Emery dà spettacolo

Dopo venti minuti avremmo voluto essere alle Cascine, di nuovo bambini, per mano alla nonna, per la festa del Grillo, ognuno con la sua gabbietta colorata, quando l’Ascensione era festa …

Redazione VN

Dopo venti minuti avremmo voluto essere alle Cascine, di nuovo bambini, per mano alla nonna, per la festa del Grillo, ognuno con la sua gabbietta colorata, quando l’Ascensione era festa e perfino la Fiorentina «jeje» regalava ogni tanto una gioia. Un pensiero per darsi conforto - scrive Stadio -. Quello che di sicuro avranno cercato in loro stessi gli oltre trentamila tifosi gigliati, come si diceva quel dì, ben presto rimasti ancora una volta senza orizzonte viola e costretti così a lanciare i cori del passato, inneggiando a Batistuta.

E dopo venti minuti della ripresa, quando, sullo 0-2, Ilicic ha calciato alla Fiesole il penalty concesso per fallo su Pizarro (7° rigore sbagliato), beh, lì i pensieri sono stati altri. Altro che remontanda. Siccome all’andata il Siviglia aveva dovuto penare un’oretta prima di stendere la squadra di Montella, stavolta non ha perso tempo. E appunto a metà primo tempo (prima Bacca poi Carriço) ha chiuso il match con un’auterevolezza che non a caso gli vale una ulteriore finale, lui che è già campioni in carica. Avreste dovuto vedere Unai Emery, il direttore d’orchestra, chiamare schemi come un mago in trance. Può permettersi di fare anche spettaccolo, l’uomo di Hondarribia, perché a battere il ferro senza tanti fronzoli, ci pensa la sua creatura.

E se uno ha un portiere para tutto, Rico, due mediani a blindare, Mbia e Krychowiak, un regista vero, Benega, esterni di gamba, Coke e Vidal e un bomber micidiale, Carlos Bacca, 26 gol in 54 partite, stai tranquillo che a Varsavia ci arrivi in discesa, pronto ad alzare l’ennesimo trofeo. La Fiorentina, intesa come squadra, è rimasta viva fin quando Firenze le ha soffiato dentro il proprio coraggio. E il dio del pallone ha da tempo deciso che non merita neppure fortuna, visto che anche stavolta il primo pallone per l’1-0 è capitato ai viola (testa di Gonzalo, miracolo di Rico, al 16'), stoppati dal portiere avversario. Ma è bastato che il Siviglia alzasse ritmo e esterni perché la capannuccia viola venisse giù senza meno.

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