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Stadio alla Mercafir: questi tremila giorni di metafisica

La squadra perde? Tranquilli: un giorno avremo lo stadio nuovo e con quello colmeremo il gap con le grandi...

Redazione VN

Quello presentato in una mattina di settembre del 2008. C’era Diego. E c’era Andrea. E il sindaco Domenici e tutti i suoi possibili successori, cioè i candidati alle primarie del Pd che applaudivano entusiasti. Facce lontane, sfocate. A parte quella di Renzi, che con Diego va a pranzo otto anni dopo, forse per parlare proprio di quella creatura mitologica capace di trasformarsi come Gig Robot d’acciaio per salvare i sogni dell’avvilito popolo viola. La squadra perde? Tranquilli: un giorno avremo lo stadio nuovo e con quello colmeremo il gap con le grandi. Dal mercato non arriva nessuno o quasi? E dai sorridi, che per il nuovo stadio ci siamo quasi. Lo dicono tutti: «Mai stati così vicini», «Siamo sempre in stretto contatto». Da una parte il sindaco Nardella, dall’altra la Fiorentina. Il problema è che nel frattempo è cambiata la location (da Castello a Mercafir) e si sono ristretti gli ettari. Addio parco tematico, addio a un sacco di ideone. Da 80 a 40, mica poco. Ma questa è l’unica possibilità, sempre che qualcuno metta i soldi per spostare la Mercafir a Castello. Già. Lo scrive Repubblica.

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