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Sta nascendo una Fiorentina spagnola, tutta tecnica e fantasia

A volte in un velo le misteriose forme della Fiorentina. Sarà bella la squadra, come vorrebbe l’ottimismo post rivoluzionario (dodici nuovi acquisti) oppure tra le risposte ai tanti punti interrogativi …

Redazione VN

A volte in un velo le misteriose forme della Fiorentina. Sarà bella la squadra, come vorrebbe l'ottimismo post rivoluzionario (dodici nuovi acquisti) oppure tra le risposte ai tanti punti interrogativi se ne incontreranno alcune negative? Certezze e incertezze. È una certezza vedere che l'organico, travolto da due stagioni negative e da tutti considerato da rifondare, è stato giustamente rivoluzionato. È anche vero che nella ricerca dei nuovi acquisti sono stati seguiti, con coerenza ed abilità, due criteri guida ragionevoli: portare a casa, alle migliori condizioni economiche possibili, giocatori di buona tecnica per costruire un gioco di qualità. In questo momento, a calciomercato ancora in corso, la Fiorentina ha sembianze che potremmo definire spagnoleggianti per la presenza di molti giocatori che parlano la stessa lingua, non solo in senso letterale, ma anche in senso tecnico, e questo comune denominatore, soprattutto nel settore di centrocampo, spinge verso un calcio da Liga, con palla sempre giocata, secondo una filosofia che sta tra la consapevolezza dei propri mezzi e la presunzione di averne troppi (e qui sta il rischio).

Partire con l'idea di giocare, costruendo l'organico sui piedi buoni è comunque un ottimo modo per cominciare. Basta non esagerare. Il rischio da evitare, infatti, è quello di trascurare l'imprevedibilità, ovvero sia i cambi di ritmo e l'individualità. In questo momento, quando il ragionamento è puramente teorico, il centrocampo quasi inesistente all'inizio del calciomercato sembra diventato il punto di forza della nuova Fiorentina e lo sarà veramente se all'esperienza di Pizarro, alla precisione e alla quantità di Borja Valero, alla ricerca della profondità e al tiro di Aquilani e, volendo, al dinamismo spensierato di Cuadrado, si aggiungerà anche la capacità difensiva e di recupero del pallone. In più c'è Mati Fernandez che forse è più trequartista che centrocampista, ma questo non complicherebbe le cose, semmai le migliorerebbe perché a un certo punto della partita o dell'azione, è indispensabile che qualcuno proponga l'idea e il rischio alla costruzione geometrica, ovvero sia al gioco di Borja Valero e di Pizarro. Aggiungendo a tutto questo Jovetic , che sarebbe attaccante ma non punta, un buon centravanti e quattro difensori con l'ormai scontato contributo dei terzini a centrocampo, si potrebbe concludere che la costruzione teorica della squadra si presterebbe bene a un modulo base 4-3-1-2. Fin qui tutto bene, o meglio fin qui tutto visto dal lato più piacevole, più ottimista, più speranzoso, ma non bisogna trascurare qualche punto interrogativo. Tra i nuovi acquisti ce ne sono sei (Roncaglia, Gonzalo Rodriguez, Hegazy, Borja Valero, Fernandez, El Hamdaoui) nuovi per il campionato italiano. E potrebbero aumentare.

Qualcuno avrà problemi di ambientamento? Due dei nuovi acquisti (Gonzalo Rodrigeuz e Borja Valero) vengono da una stagione negativa con il Villareal, retrocesso nella B spagnola. Matias Fernandez è un talento da rilanciare dopo qualche stagione meno brillante del previsto. El Hamdaoui in pratica non gioca da un paio di stagioni, a causa dei problemi con il tecnico dell'Ajax, De Boer. Lo stesso Pizarro, che ha esperienza e qualità indiscusse, nell'ultima stagione ha giocato pochissimo sia nella Roma, che lo cedette a gennaio, se nel Manchester City. Inoltre persiste la «minaccia» che Jovetic possa andarsene, anche se le dichiarazioni di Andrea Della Valle dovrebbero aver messo un punto definitivo sulla questione.

Dunque, una Fiorentina intrigante, costruita teoricamente bene e addirittura benissimo in rapporto alla spesa e che può essere ancora ritoccata sia in uscita sia in entrata. È una squadra da seguire con fiducia, affidata tra l'altro ad un allenatore come Montella che approfondisce tutte le situazioni di gioco lavorando in modo moderno, con uno staff consistente, ma senza esasperazioni, e che ha proseguito nel suo percorso «latinos» tracciato nel molto sudamericano Catania. Se pensiamo al clima che c'era attorno alla squadra e alla società qualche mese fa, bisogna concludere che un primo ottimo risultato è già stato raggiunto facendo in modo che proprio quel clima cambiasse e addirittura si ribaltasse. Ora ci vorrebbe un po' di calma, sotto questo cielo senza nuvole, per affrontare le vittorie e le sconfitte con equilibrio. Ma si fa per dire, sapendo che sarà quasi impossibile.

Sandro Picchi - Il Corriere Fiorentino