"L’unica costante sono i colori: il viola delle maglie e le variazioni del verde, da quello brillante del campo a toni scuri e profondi dei boschi che macchiano le montagne intorno. Tutto il resto cambia di anno in anno: gli uomini, gli obiettivi, gli umori. I ritiri estivi non sono mai uguali: si corre dall’entusiasmo più violento, allo sconforto, attraversando cento domande a cui solo il tempo risponderà: ma chi si compra? Ma icchè si farà, ma che spendono e altre ancora, che si inseguono tra un panino con lo speck, una birra e magari un giro di grappini a chiudere. Ecco a voi Moena anno quarto, dopo tre stagioni intense e molti godimenti. Tre ritiri sgargianti, e adesso di nuovo le nuvole che passano veloci per fare ombra ai sorrisi, perché al giorno dieci del luglio del 2015, la Fiorentina non ha una faccia nuova da presentare alla sua gente. Un portiere russo classe ’96 con la faccia da bambino sta all’entusiasmo come starebbe Valerio Scanu sul palco degli Ac/dc. Si chiama Makarov, magari diventerà un fenomeno. Un giorno. Magari, appunto. Ma forse è bene portare pazienza. Tanti tifosi vogliono tenere duro nel loro ottimismo (...)".
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Speranze e pazienza, quando il ritiro è una lunga attesa
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara su La Repubblica: “Se l’unica faccia nuova è Makarov…”
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