Meno cinque al Milan e ultimi colpi di cacciavite per registrare il nuovo sistema di gioco viola. Tutto si potrà dire, fuorché assomigli a quello vecchio: il concetto del possesso palla ora è funzionale soprattutto in fase difensiva, quando la squadra attacca prende il sopravvento un’altra filosofia. La verticalità. La Fiorentina è dunque passata dal tiki-taka alla ricerca di un sistema di gioco per far male in fretta quando si presenta il momento giusto; ci vuole un bel cervello per riuscirci senza regista e la squadra di Paulo Sousa dovrà dunque puntare su un’accoppiata ambiziosa: la fisicità di Mario Suarez e il contributo tecnico innescato da dietro da Borja Valero.
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Sousa prepara il ritmo verticale. Il ruolo “ambizioso” di Borja Valero
Alcuni passaggi dell'articolo di Angelo Giorgetti su La Nazione
Paulo Sousa sta pensando di riproporre contro il Milan Borja nella sua versione di mediano-todocampista, un valore aggiunto per i neuroni della squadra nelle ripartenze da dietro. Borja ha classe a sufficienza per vedere i sentieri verticali del gioco anche partendo dalla propria metà campo, il problema semmai può nascere in fase di interdizione: per questo intorno a lui dovrà esserci una Fiorentina molto ambiziosa, in grado di guidare il gioco esponendosi il meno possibile. Oltre a Borja anche un altro grande interprete (Rossi) dovrà essere in forma per rendere possibile la costruzione rapida verticale.
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