Il volto è più tirato del solito. E la consapevolezza di dover rimediare a una falsa partenza che ha reso molto diversa (e assai più complicata) la tabella di marcia impostata a inizio stagione è ben presente in Paulo Sousa che non è certo tipo a cui piacciono le improvvisazioni. Figuriamoci allora che effetto deve fare l’obbligo di schierare la migliore formazione possibile, il non poter gestire come invece avrebbe probabilmente fatto con una classifica diversa la rosa a disposizione, magari pensando anche al campionato.
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Sousa accende i fendinebbia
L'articolo di Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino
Per questo a domanda precisa, se preferisca la lotta Champions all’Europa League, la risposta sembra presa dalle tavole del buon allenatore: «La priorità per me è vincere le partite e onorare questa maglia rendendo orgogliosa la città». La realtà però è che la Fiorentina di questa partita dentro o fuori in Polonia ne avrebbe fatto volentieri a meno: «All’andata loro sono stati fortunati e per batterci anche domani dovranno fare molto di più. Noi abbiamo dominato e creato tanto al Franchi ma non siamo stati concreti, per questo mi aspetto una grande attenzione sotto questo aspetto da parte della mia squadra. Siamo a questo punto nel girone perché nel processo di apprendimento di questa squadra al gioco che chiediamo erano possibili anche battute d’arresto. La peggior partita che abbiamo giocato in Europa fino a oggi è comunque quella in casa contro il Basilea».
Tre punti in tre partite sono davvero troppo poco per questa Fiorentina che a Poznan si gioca non solo la qualificazione, ma anche la faccia europea: «Voglio vedere una squadra che dimostri miglioramenti anche sotto il profilo dell’intelligenza tattica individuale. Mi aspetto grande intensità, velocità e, come ho già detto, grande concretezza. Per vincere le partite bisogna sempre dare tutto, senza limiti. Abbiamo ancora nove punti da conquistare, proviamoci». In campo dunque dovrebbero scendere i più in forma. A partire dall’attacco dove Kalinic dovrebbe tornare titolare davanti a Ilicic e Borja Valero. A centrocampo la linea a quattro sarà guidata dalla coppia Vecino-Badelj con Bernardeschi probabilmente a sinistra e Kuba, padrone di casa, sulla fascia destra: «Per me — conferma il polacco — è sempre speciale giocare in Polonia. Da dieci anni sono all’estero e sono molto contento di tornare e mostrare ai miei compagni che stadi belli abbiamo qui. Sono molto fiero di poter venire qua e giocare nel mio Paese. So che ci saranno molti tifosi allo stadio e l’atmosfera sarà moto calda, questo è buono perché a noi calciatori fa piacere trovare stadi pieni». Per Kuba quella di stasera sarà una partita speciale anche per un altro motivo. In carriera infatti non è mai riuscito a battere il Lech Poznan: «Ma io — precisa il polacco — non amo guardare al passato, preferisco il futuro. Per me ogni partita è una sfida e questa possiamo riuscire a vincerla. Personalmente non sono ancora al cento per cento della mia condizione, ma mi sento bene e lavoro ogni giorno per migliorare. So di avere la fiducia del mister, dei compagni e della città dove mi trovo benissimo».
Un’accoglienza da ripagare sul campo, magari mettendo al servizio della squadra la sua grande esperienza in campo internazionale. In un girone di Europa League che si è maledettamente complicato all’improvviso, e che adesso rischia di togliere energie importanti anche al campionato. Per una Fiorentina chiamata a due trasferte in tre giorni prima di una sosta fondamentale per ricaricare le energie. Nella speranza di passarla ancora in testa alla serie A e con una qualificazione ai sedicesimi di Europa League di nuovo alla portata.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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