Un taglio da 177 a 355 milioni. La Lega Serie A - scrive La Repubblica - ha deliberato ieri unilateralmente di non pagare due mensilità ai propri calciatori, addirittura quattro se il campionato non ripartirà più. Una scelta netta, votata da tutti i 19 club interessati (esclusa la Juve, che ha già un accordo con i propri atleti) e che permetterà di dividere con i calciatori i danni procurati dall’emergenza coronavirus. La scelta dei club di Serie A indica “solo” una linea guida, ma è fondata sul piano giuridico: per il codice civile, la prestazione economica non è dovuta per cause di forza maggiore. E lo stop dei campionati imposto dal governo integra questa fattispecie. La motivazione, ovviamente, andrebbe eccepita in tribunale, ma nessun club ha voglia di aprire un contenzioso legale con i calciatori, con 12 giornate da giocare.
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Serie A, il conto per i calciatori: i club tagliano da 2 a 4 stipendi. I dettagli
La scelta dei club di Serie A indica “solo” una linea guida, ma è fondata sul piano giuridico: la prestazione economica non è dovuta per cause di forza maggiore
Per questo, i presidenti ora tratteranno individualmente con i tesserati: ma in questo l’accordo di ieri rafforza la posizione dei club. Oggi le 19 squadre coinvolte pagano annualmente poco più di un miliardo lordo di stipendi l’anno. Con il taglio, il risparmio stimato oscillerebbe appunto fra 177 (se si riprende a giocare) e 355 milioni (se non si torna in campo), se tutti i club applicassero in concreto le stesse misure. Vuol dire, prendendo come riferimento il report presentato dalla Figc al governo, far pagare ai calciatori la metà dei danni prodotti dal Covid, se si tornerà a giocare. E addirittura il 75% se non si giocherà più. Ma i club senza campionato perderanno soldi dalle tv (l’ultima rata), dagli sponsor (mancate apparizioni su cartellonistica e maglia), dal botteghino.
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