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Senza squadra e senza popolo a questo raduno mancano i sogni

Il commento del poeta e scrittore Carlo Carabba: “Ridateci i sogni”

Redazione VN

Pare che nei primi due giorni di raduno estivo, solo un tifoso si sia avventurato a salutare la squadra che dovrà affrontare la prossima stagione. Le ragioni di questo strabiliante record negativo non sono difficili da capire. E non vanno ricercate nel caldo torrido di questo inizio luglio, nel caro benzina o nella crisi, sempre tirata in ballo per spiegare ogni cosa. Il problema è che, anche con le migliori intenzioni, è decisamente difficile andare a rendere omaggio a una squadra che non esiste.

Solo uno sparuto manipolo di atleti si è presentato, per forza o per amore, alla chiamata del nuovo mister Montella, una dozzina o poco più. E di questi si ignora quanti vestiranno effettivamente la casacca viola, a settembre. Non si sa chi giocherà in porta, chi in difesa, chi a centrocampo e chi in attacco. I tre capitani più probabili (Gamberini, Jovetic e Behrami) sono oggetto di continue illazioni e pare, a giorni alterni, di vederli chini a preparare le valigie. Ho trentuno anni, quasi trentadue, e tifo Fiorentina da quando ho imparato a camminare. E una situazione del genere proprio non la ricordo. Persino nell’anno più buio, la ripartenza dall’inferno della C2, era tutto un viavai di giocatori che avevano fallito in A e in B, ma che nel nuovo contesto erano in grado di farti sognare. Perché il punto è questo. Il tifoso non ha il diritto di vincere (e poi al gusto amaro del trofeo mancante abbiamo fatto la bocca), ma non gli può essere negato il diritto di sognare. D’estate, quando l’anno lavorativo è sospeso, l’adolescente sogna l’amore che incontrerà sui banchi, il lavoratore immagina la svolta che illuminerà le sue giornate e la notte di San Lorenzo sogni e desideri si confondono, come nelle parole cantate da Cenerentola, di fronte alla pioggia di stelle che magiche promettono di avverarli. Verrà l’inverno con le sue piogge e le disillusioni. Ma scaldati dal sole d’agosto non ci pensiamo e non ci importa. E per noi, innamorati del pallone e viola nel cuore, l’agosto è il tempo in cui sfogliamo avidi le pagine dei quotidiani, alla ricerca delle dichiarazioni di un procuratore, dei retroscena segreti di una trattativa, fantastichiamo sulle prodezze di un sudamericano che si rivelerà un bidone, sulla dirompente atleticità del nuovo talento che viene dall’Africa più nera. Con Vittorio andò a finire male, malissimo. Ma dal petto muove un calore che si scioglie in sorriso pieno di nostalgia quando ripenso ai ciliegioni e alle presentazioni di Edmundo a Ferragosto. Ridateci i sogni e, come d’incanto, insensibili all’afa pomeridiana migliaia di colli vestiti da sciarpe viola tingeranno i campini del colore del nostro cuore.

Carlo Carabba - la Repubblica