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Senza italiani per 6′, un record viola

Fiorentina sempre più multietnica. In rosa pochi italiani, ma buoni (COMM)

Redazione VN

La notizia è rimasta sotto silenzio, ma la nuova Fiorentina di Montella, a modo suo, è già da record. Nei suoi 87 anni di storia, mai i viola avevano giocato una partita ufficiale senza usare italiani in formazione. Nei minuti finali di Fiorentina-Catania invece, è accaduto quello che appena qualche anno fa sembrava fantascienza: il cambio Aquilani-Mati Fernandez, al minuto 84 dell'esordio di campionato, ha formato un undici completamente straniero, una cosa che solo l'Inter di Moratti aveva reso quasi «normale» nel nostro campionato e che adesso, invece, ha preso campo praticamente ovunque. Senza Pasqual, uscito per Alonso, e Rossi, a cui aveva dato il cambio Ilicic infatti, la Fiorentina si è ritrovata con giocatori di 8 nazionalità diverse, in perfetto stile multietnico e al passo coi tempi della società civile, ma anche lontano dalle esigenze (ribadite da Prandelli in questi giorni) del calcio italiano, che vorrebbe rilanciare i settori giovanili. Prandelli comunque potrà stare tranquillo: gli azzurri-viola sono pochi, ma buoni. In tutto gli italiani nella rosa di Montella sono 5 (equivalente al 17% del totale) e, Lupatelli a parte, tutti di grande importanza per la stagione appena iniziata: Aquilani e ora anche Pasqual fanno già parte della rosa dell'Italia, mentre per Pepito sarà solo questione di tempo. Il quinto poi è Ambrosini, non azzurrabile per ragioni d'età ma comunque utilissimo alla causa viola.

Il resto invece sono tutti stranieri, per un totale di 16 nazionalità rappresentate su 29 giocatori in rosa. Il gruppo di ispanici ovviamente la fa da padrone con 3 spagnoli (Borja, Alonso, Joaquin), altrettanti uruguagi (Munua, Olivera, Vecino), 2 argentini (Gonzalo, Roncaglia), 2 cileni (Pizarro, Mati) più il colombiano Cuadrado e il peruviano Vargas. Un gruppo che ovviamente è capitanato dietro la scrivania dal valenciano Eduardo Macia, che in questi anni ha cambiato la mentalità del club, rendendo internazionale la squadra (con l'aiuto anche di membri dello staff tecnico arrivati dalla Spagna) e il suo modo di fare calcio. Da non sottovalutare anche la truppa balcanica, che nonostante la perdita di Jovetic, Ljajic e Seferovic, resta nutrita: a Savic e Tomovic infatti, si sono aggiunti Rebic, Ilicic e Bakic, mentre casi isolati restano Iakovenko (Ucraina), Wolski (Polonia) e Hegazi (Egitto).

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Leonardo Bardazzi - Corriere Fiorentino