L'Inter schiacciata, stritolata, presa a pallonate con imbarazzante superiorità, avvolta con un gioco totale in tutte le sue forme e in ogni zona del campo. Fa ancora discutere, a distanza di sei giorni, il 4-1 di domenica notte. Ha il sapore di una svolta che ha richiesto — per essere giustificata e celebrata — anche una spiegazione tattica. In realtà la trasformazione della Fiorentina in una squadra irresistibile non è stata causata dal (modesto e saltuario) ricorso al 4-3-3. Questa semplificazione farebbe probabilmente sorridere Montella, che è poco legato ai moduli e molto all’interpretazione che ogni giocatore dà sul campo.
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Se il modulo sembra un altro grazie a Ljajic
Il numero 22 viola è stato devastante
Perché in realtà domenica sono state solo due le minime, temporanee varianti rispetto al classico 3-5-2 visto per gran parte della stagione: Ljajic più largo a sinistra nella linea degli attaccanti e Pasqual pronto a rientrare per formare un margine a quattro in difesa. Questa specie di 4-3-3, con Cuadrado leggermente più alto quando lo condizioni lo permettono, è in realtà un adattamento molto sfumato del modulo precedente. Se questa è stata una svolta tattica...
Resta il fatto che, partendo da quella posizione più defilata a sinistra e con Jovetic prevalente riferimento centrale, la linea di attacco è riuscita a creare più occasioni offrendo spazi per gli inserimenti dei centrocampisti, nella circostanza assatanati. E il contributo di Ljajic è stato preziosissimo contro una squadra che non è abituata a chiudersi per default.
L’intensità della prestazione forse non sarà replicabile, ma di sicuro la Fiorentina si è proposta con un equilibrio esuberante che prescinde da qualsiasi modulo codificato in tre numeri.
La Nazione
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