La Sampdoria naviga in acque agitate, il presidente arriva in città e riunisce in sede tutta la dirigenza: l’amministratore delegato Sagramola, il direttore sportivo Osti, il collaboratore dell’area tecnica Pavone. Per una volta, a Bogliasco non c’è alcun dirigente di campo. Tutti a rapporto da Edoardo Garrone, tornato alla base dopo aver sbrigato le faccende di lavoro in terra iberica.
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Se Delio salta c’è Zeman?
La Sampdoria naviga in acque agitate, il presidente arriva in città e riunisce in sede tutta la dirigenza: l’amministratore delegato Sagramola, il direttore sportivo Osti, il collaboratore dell’area tecnica Pavone. …
Cose da dire, tante. Perché la “calma” che regna intorno alla società blucerchiata è apparente. A Delio Rossi serve un miracolo a Firenze per salvare la panchina. Per questo fin da lunedì mattina, dopo la cena di domenica e le perplessità espresse dallo stesso tecnico romagnolo sulle possibilità di raddrizzare la barca, è scattata la caccia al sostituto. Con un nome in pole position, Eugenio Corini, ma con un altro, affascinante, che si fa strada: Zdenek Zeman. Uomo molto apprezzato da Edoardo Garrone, che già lo avrebbe voluto due anni fa dopo la promozione in serie A con Iachini. Al boemo però arrivò una di quelle offerte irrinunciabili: la Roma, la “sua” Roma. Finì con l’esonero, e ora Zeman è senza squadra. Facile, facilissimo abbinare il suo nome a quello di Pavone: erano proprio loro, insieme al presidente Pasquale Casillo, i grandi protagonisti del Foggia che fra gli anni Ottanta e Novanta sorprese il calcio italiano. Corini e Zeman su tutti, dunque, ma anche Reja. Per quanto riguarda Mihajlovic, invece, pesa il contratto che fino a dicembre lega l’ex doriano alla nazionale serba. Nella rosa, infine, “resistono” Pea e Mangia. (La Repubblica - Genova)
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