Il progetto è ambizioso. Molto. Ma la Fiorentina ci crede. L’input lo hanno dato Diego e Andrea Della Valle però il piano operativo lo gestisce Mario Cognigni. Anche se poi è Vincenzo Vergine, ad di Promesse Viola e responsabile dello sviluppo del settore giovanile, ad occuparsene. «Ma i miei riferimenti sono i Della Valle e Cognigni» dice subito. E Macia per la parte sportiva. Dettagli organizzativi. Perché quello che conta è il progetto, che alla Fiorentina chiamano Modello di formazione globale integrato.
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Scuola, tempo libero e pallone: il progetto viola per i giovani
Vergine spiega le idee della Fiorentina per i ragazzi
Di cosa si tratta? Semplice (si fa per dire...). Al centro ci sono i ragazzi del settore giovanile e intorno il calcio, la scuola e il tempo libero. Il progetto della Fiorentina punta a integrare tutte le attività per «riempire il contenitore di contenuti ». Del resto l’impegno sportivo è limitato. Prendiamo la Primavera, a parte la domenica i ragazzi sono impegnati con gli allenamenti dieci ore alla settimana «ed è il resto delle ore che fa la differenza, perché noi puntiamo a far crescere degli uomini». Ecco il punto, dare ai ragazzi le basi, soprattutto culturali, per affrontare la vita dopo il calcio.
Ma non è facile. «I modelli esterni li condizionano — spiega ancora Vergine — e non mi riferisco solo ai procuratori. Spesso anche le famiglie possono essere un condizionamento. Un tempo i padri sognavano che i figli diventassero dei campioni per una sorta di riscatto sociale. Magari avevano giocato a calcio per anni senza fortuna. Oggi, invece, con la crisi che c’è, per molte famiglie i figli calciatori possono diventare una fonte economica e scaricano su di loro ansie e pressioni. A questo vanno poi aggiunte le difficoltà delle famiglie separate, dove non sempre i genitori sono d’accordo sulla gestione del figlio. Insomma, rompere questo meccanismo è difficile, ma proprio per questo stiamo cercando di mettere insieme un modello che semplifichi la vita dei ragazzi e li faccia sentire a proprio agio, non solo su un campo da calcio».
In questa logica è nata la Fiorentina School, che serve anche a colmare un deficit dello Stato, che non ha mai pianificato un coordinamento tra attività scolastica e attività sportiva. Anche in questo caso l’obiettivo dei Della Valle è ambizioso: far salire la percentuale dei ragazzi che scelgono il liceo dall’attuale 20% all’80-90% nel giro di quattro o cinque anni. «Perché — dice Vergine — chi ha una buona formazione scolastica gioca anche bene a calcio». Cioè? «Lo studio abitua alla concentrazione e all’analisi. La cultura apre la mente e chi è bravo a scuola è facilitato anche nell’apprendimento motorio. Oggi genio e sregolatezza non funziona più». Soprattutto a quell’età. Ma come detto quello della Fiorentina è un modello integrato, dove tutto è codificato. La scuola, come abbiamo visto, ma anche gli allenamenti e il tempo libero. «Agli allenatori diciamo noi cosa devono fare. Ci sono dei precisi modelli di riferimento e ad ogni età corrisponde un determinato lavoro. Non si può improvvisare ». Al tempo libero, invece, ci pensano quattro tutor che, integrandosi con tutto il resto, organizzano visite ai musei e attività collaterali «per sensibilizzare l’interesse alla vita». Qualche numero. La Fiorentina ha circa 220 tesserati tra i 10 e i 19 anni, ma solo dopo i 14 anni fa accoglienza. Il fulcro principale arriva dalla regione (oltre il 50%), mentre la provincia di Firenze contribuisce con un altro 34,8% e i fuori regione sono il 12%.
A Promesse Viola, che è la struttura che segue questo progetto, lavorano una decina di persone, più i tutor e gli autisti e circa 80 collaboratori esterni. Costo a bilancio qualche milione di euro. E presto nascerà un nuovo centro sportivo interamente dedicato al settore giovanile. «Abbiamo visto dei terreni — conferma Vergine —. Ci sono due o tre possibilità, stiamo valutando». Non solo, la Fiorentina sta provando anche ad esportare il suo modello. Dal 2008 ha stretto una collaborazione con la californiana NorCal Premier Soccer (ogni anno i manager viola tengono dei corsi di formazione alla Berkeley University) e nei prossimi mesi arriverà anche in Cina.
la Repubblica
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