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Sconcerti: “Montella da solo non può salvare il Milan, bravo ma permaloso”

"Montella è una buona scelta, ma va aiutata. Non ha la complessità per capire e reggere il mondo milanista in genere e quello di adesso in particolare"

Redazione VN

Mario Sconcerti, editorialista del Corriere della Sera di fede viola, ha commentato così l'ingaggio dell'ex allenatore della Fiorentina Vincenzo Montella da parte del Milan:

"Montella è una buona scelta, ma va aiutata. Non ha la complessità per capire e reggere il mondo milanista in genere e quello di adesso in particolare. È un ottimo tecnico, farà subito bene. In quindici giorni la sua squadra stupirà, è come il cortisone sui vecchi rancori delle ossa. I titoli dei giornali parleranno di miracolo perché Montella è bravo subito. Ha semmai difficoltà a crescere, s’innamora di quello che fa e lo pensa presto perfetto. Tra tutti i tecnici del dopo Allegri è certamente il migliore, ha una forte idea di gioco, vuole tenere il pallone e lasciare che si arrivi davanti al portiere con i triangoli stretti di centrocampisti molto tecnici. È un egocentrico, può avere problemi con i giocatori importanti, è pignolo e metodico, molto permaloso. Non so come potrebbe finire nel vecchio caso che Berlusconi gli desse troppi consigli. Non è un napoletano verace, è molto nordico nel suo fairplay, molto professionale. E per fortuna, anche molto vanesio perché ha personalità. Il tecnico insomma è all’altezza di una grande squadra anziana che cerca respiro. Non so cosa sia adesso quella società. C’è una monarchia assoluta e un po’ capricciosa al comando senza che però riesca a tenere la strada. Montella è un ottimo inizio ma resta un particolare, non è lui il problema, ma questa continua vaghezza da fine impero. Come se il Milan non fosse più uno scopo, una grande macchina da portare avanti, ma un ultimo divertimento. Si sente più concretezza nell’Inter, qualcosa di universale (Cina, Asia, il braccio forte di Moratti che resta nelle pieghe) che prende tutto sul serio e sul sentimento. Quando un grande imprenditore di qualunque Paese porta con sé il figlio vuol dire che ha voglia di fare buona figura. Non si gioca l’erede per una speculazione, proverà a vincere. Cosa accadrà onestamente non può saperlo nessuno. Si resta con Moratti come estremo confine, il resto ha il segno della grande avventura. Ma è un’avventura certa. Nel Milan oggi non può bastare la piccola certezza di Montella. Senza una società è anche lui una canna al vento. Per avere un sentimento nuovo bisogna chiudere l’altro. Non esiste un amore che basti per tutti. È tempo che Berlusconi lo sappia e decida".

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