Non c’è più il cartello della vergogna ai cancelli del Tardini. L’hanno tolto, quel «Chiusi per rapina» che solo due mesi fa — dopo il disastroso fallimento nel segno dei Ghirardi, dei Taci e dei Manenti — ha marchiato il punto di non ritorno dell’inferno calcistico di una città, come Parma, che attorno al pallone ha respirato per anni quella « grandeur» di cui si sente da sempre una predestinata. Si riparte dal basso che più basso non si può (serie D), ma se l’entusiasmo è il dodicesimo uomo in campo, allora qui hanno già fatto il pieno. «Finalmente usciamo dalla clandestinità, siamo pronti a mettere la quinta»: Nevio Scala, mister dei trionfi europei, è il presidente di Parma Calcio 1913, società nuova di zecca, ma soprattutto prova provata che il detto «a volte ritornano» non necessariamente ha un’accezione negativa. Sono bastati pochi giorni e attorno al neonato sodalizio si è letteralmente scatenata la caccia agli abbonamenti: battuto ogni record (pure quello di un anno fa del Siena), superata quota 4.500 tessere, risultato sorprendente se si considera che il tesseramento è per ora avvenuto solo via web attraverso la piattaforma di crowdfunding (finanziamento collettivo) di Eppela.
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Scala e il nuovo Parma: “Voglio un calcio senza veleni”
Non c’è più il cartello della vergogna ai cancelli del Tardini. L’hanno tolto, quel «Chiusi per rapina» che solo due mesi fa — dopo il disastroso fallimento nel segno dei …
Le ambizioni sono alte. Guido Barilla, che sottolinea il carattere «personale» della sua partecipazione, ha indicato la strada: «Vogliamo aprire un nuovo capitolo. Puntiamo a un calcio sano, propositivo e strutturalmente sostenibile». Che tradotto con le parole del presidente Scala significa: «Siamo venuti a contatto con il marciume e ora puntiamo a una squadra biologica: vogliamo vincere senza veleni».
Corriere della Sera
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