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Sartori: “Mancava la fiducia, Corini uno tsunami”

L’Eugenio secondo Giovanni. «Uomo giusto al posto giusto». L’esordio vincente con la Sampdoria. «Un primo passo verso la svolta nei risultati». La Fiorentina che arriva domenica. «Il secondo passo da …

Redazione VN

L'Eugenio secondo Giovanni. «Uomo giusto al posto giusto». L'esordio vincente con la Sampdoria. «Un primo passo verso la svolta nei risultati». La Fiorentina che arriva domenica. «Il secondo passo da compiere, o almeno ci speriamo». Se gli chiedi di raccontare l'effetto-Corini, il ds Giovanni Sartori parla di «piccolo tsunami». Ecco perché: «Si resetta tutto. Cambia l'obiettivo, non più i 49-50 punti ma solo la salvezza. Cambia la scala gerarchica, tutti partono da zero e per un po' non ci saranno i famosi "titolari" e le famose "riserve". Cambia anche il modulo, c'è il 4-3-3 con la variante 3-5-2, carta bianca a Corini».

Se la salvezza fosse un romanzo, il Chievo s'è inventato un bel titolo con la Samp, ma adesso deve iniziare a scrivere. Sartori vuole altri indizi prima di tornare a sorridere. E osserva le conseguenze della mossa societaria, cioè l'esonero di Mimmo Di Carlo: «Scelta drastica, difficile, inevitabile. Si è cercata la svolta per migliorare nei risultati e soprattutto nello spirito. Purtroppo paga sempre l'allenatore, che aveva colpe come tutti noi: l'alternativa era mandare via 15 giocatori…».

I giocatori, appunto. Sartori non s'era ancora espresso apertamente: «Quando capisci che il gruppo non segue più il tecnico, o che ci sono altre problematiche, ti restano poche strade. I giudizi, poi, sono spesso consequenziali ai risultati. Dopo 5 ko ti vengono molti dubbi e noi ce li avevamo già da qualche settimana: allora provi a portare dentro una persona nuova, che scuota il gruppo, sperando che dio te la mandi buona».

E la persona nuova è Corini. «Due anni fa ci fu un ballottaggio e scegliemmo Stefano Pioli perché aveva più esperienza. Ma Eugenio è stato un leader nel Chievo di Gigi Delneri, vive a Verona e c'era sempre la possibilità di incontrarsi per scambiare qualche idea. Ci è anche piaciuto come ha lavorato a Frosinone». Può mutare il corso degli eventi, «Genio», ma non muta l'ampiezza della rosa: «La rosa è sicuramente ampia, come per tutte le squadre in Italia, effetto delle nuove normative, dei contratti pluriennali, dei giocatori che rifiutano trasferimenti. Dico solo che tutti sanno di dover ripartire da zero. Poi, se gli stessi che prima non giocavano non giocheranno neanche adesso, allora dovranno chiedersi il perché. E se vorranno andare via a gennaio, valuteremo insieme le eventuali offerte».

Un esempio: Marco Andreolli. «Preferiamo che si prenda il posto da titolare e ci salvi, al di là che rinnovi il contratto o meno». La Fiorentina, allora. «Costruita benissimo, è fra le 6-7 formazioni superiori a tutti. E Montella è già riuscito a dare identità e amalgama. Ci aspetta un'altra domenica difficilissima».

Corriere Veneto