Qualcuno lo definiva «freddino» con i fiorentini. Qualcun altro, invece, correva svelto dal lato opposto e — numero di gol segnati alla mano — lo identificava come il vero e unico erede del mito Batistuta. Comunque la si voglia pensare, però, la storia di Luca Toni e di Firenze è una storia bella, particolare e dunque — come ha sempre pensato e voluto Andrea Della Valle — da rivivere. Lucagol in città si faceva vedere. Non era uno di quei campioni che si chiudono comunque in casa sia che fuori ci sia la cupola del Brunelleschi o un grattacielo. Toni, con la compagna Marta Cechetto, sono innamorati di Firenze e hanno sempre voluta viverla nel suo cuore. Tanto che lei ha girato anche uno spot per promuovere le bellezze artistiche della Toscana.
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San Frediano e la smart: ecco il Toni fiorentino
Qualcuno lo definiva «freddino» con i fiorentini. Qualcun altro, invece, correva svelto dal lato opposto e — numero di gol segnati alla mano — lo identificava come il vero e …
L’altra scelta: abitare nel centro storico. Prima in Largo Bargellini, Santa Croce. La zona blu ti costringe a lasciare l’auto in garage? Scherzò un giorno Lucagol: «Meglio, così ci godiamo la città a piedi». Da Santa Croce il trasloco nella Firenze ancora più... fiorentina: San Frediano. Sapevano che abitava lì, i tifosi viola. Sapevano che in quel palazzo in cui la storia della città scorreva da secoli aveva deciso di andare a stare Tonigol e la sua Marta. E poi i ristoranti, dal ’Via Vai’, a quelli più vicini allo stadio: «Godò», «Trey», «Semolina» e «Le Carceri». Sempre su una Smart, piccola per uno della sua stazza, ma comodissima per affrontare le viuzze del centro, una passione per i vini e tanto affetto (altro che ’freddino’...) per la gente di Firenze. Poi la chiamata da Monaco di Baviera, il blitz in Germania un lunedì d’inverno, e l’ingaggio a cui nessuno avrebbe potuto rispondere no. Tanto Firenze rimaneva lì, nel cuore. Per sempre. Pronta a riaccoglierlo un giorno qualunque. E quel giorno è arrivato.
Riccardo Galli
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