Comprare quelli giusti non è sempre facile, ma vendere quelli sbagliati di sicuro è un’impresa vera e propria. Ne sa qualcosa il buon Pradè che, arrivato a Firenze, si è trovato davanti a una situazione non certo semplice. Obiettivo: rivoluzione. Sì, certo. Ma iniziando a sfoltire i rami secchio di un progetto del tempo che fu, figli di un sogno andato a male come latte dimenticato fuori dal frigo. Ma il neo direttore sportivo, insieme a Macia, ha spinto sull’acceleratore riuscendo a piazzare, mettendo insieme prima squadra e Primavera, 28 giocatori, tra prestiti, comproprietà e cessioni a titolo definitivo. Trentadue calcolando quelli arrivati a fine contratto, 33 con la rescissione di Kharja e 34 col prestito di Felipe, che nelle prossime ore dovrebbe firmare per il Siena, per il quale ha già sostenuto le visite mediche. Una trattativa difficile, questa, visto che il difensore porta in dote con sé un quinquennale da un milione e 100 mila euro netti all’anno. Chiaro che la Fiorentina pagherà buona parte dell’ingaggio. Ma intanto la rosa viene sfoltita e il giocatore magari trova spazio per riemergere dall’ombra dove si è eclissato da un pezzo.
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Saldi, prestiti e tagli alla rosa: la spending review di Pradè
Già 34 operazioni in uscita. E non è finita
Vendere non è mai facile. In tempi di recessione quasi impossibile, soprattutto quando hai giocatori che guadagnano bene con cartellini pagati un bel po’. Prendete Di Tacchio, un milione di euro speso a suo tempo. È chiaro che ogni anno diventa necessario trovare chi se lo prende in prestito. Stavolta è toccato al Perugia. Ma, comunque vada, il mega lavoro di Pradè non è certo finito qui. Negli ultimi giorni di mercato, oltre a prendere una punta e a gestire la questione Jovetic, dovrà anche riuscire a dar via un paio di giocatori, gente che qui è arrivata a fine corsa con stipendi di alto bordo. Uno, naturalmente, è Vargas (1,5 al netto), talento rovinato da un carattere non all’altezza delle possibilità fisiche e tecniche. L’altro è Alessio Cerci, quasi un milione di stipendio annuo. Nel suo caso, oltre a trovare una squadra in grado di accollarsi lo stipendio, diventa necessario anche evitare la minusvalenza di bilancio. Tenendo conto che a suo tempo il cartellino fu pagato alla Roma circa 4,5 milioni (si sarebbe svincolato l’anno successivo), almeno 3 milioni adesso vanno messi in cassa. Per Vargas, invece, si parla di circa 5/6 milioni. E se pensiamo che fu pagato 13 viene quasi mal di testa. Comunque, alla fine tutti i tasselli andranno al loro posto e se Vargas con Firenze ha chiuso in tutti i sensi, per Cerci oggi potrebbe essere il giorno dell’addio, destinazione Torino. Lo stesso Torino che vorrebbe pure Ljajic, che però nel 3-5-2 di Montella potrebbe farsi spazio molto più dell’Henry di Valmontone, né seconda punta, né giocatore buono per coprire tutta la fascia. Forza Pradè, siamo quasi alla fine.
Benedetto Ferrara - La Repubblica
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