Il piede è sempre fatato, la forma però non c’è ancora. L’Europa ormai è casa sua, ma la sensazione (sempre più forte) è che Pepito Rossi non sia ancora pronto per fare la differenza. Certo, ha fatto gol e ha dispensato anche qualche assist ma senza quel guizzo che lo ha reso famoso. E tornano alla mente le parole di Sousa: «Con Giuseppe c’è bisogno di equilibrio emozionale, gli manca minutaggio e con lui servirà pazienza». Ha ragione l’allenatore insomma, il Fenomeno viola dovrà armarsi ancora di pazienza prima di tornare quel bomber fantastico da 14 gol in un girone. Dalla sua per altro, Pepito ha l’amore sconfinato della gente (anche ieri è stato a lungo applaudito) e la fiducia di tutti i compagni di squadra.
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Rossi segna ma non basta (manca ancora il guizzo)
L'analisi della prestazione di Pepito realizzata dal Corriere Fiorentino
Calma e gesso dunque, perché Pepito ha ancora bisogno di un po’ di tempo per progredire da un punto di vista atletico. Il ginocchio però sta bene e la continuità negli allenamenti (da Moena non ha mai saltato un giorno di lavoro) è lo strumento migliore per capire che la strada è giusta: chi gli sta vicino allora, dovrà lavorare sopratutto dal punto di vista psicologico. Perché la naturale frenesia del giocatore rischia di essere un’arma a doppio taglio, come già avvenuto negli ultimi mesi pre-mondiale con Prandelli. La fretta per giocare la coppa del Mondo gli è costata un altro anno e mezzo in infermeria e una delusione difficilissima da mandar giù. Due rischi che Sousa non vuole correre per nessun motivo al mondo: per tutto questo sembra essere proprio Paulo la persona più adatta a tracciare la «road map» per ritrovare il Rossi che il popolo viola sogna di rivedere al Franchi.
Nella partita di ieri, Pepito si è acceso a intermittenza. Ha smistato palloni, sbagliato un passaggio-gol per Babacar, smarcato il senegalese davanti al portiere e fatto gol al novantesimo da due passi. Il tutto però sempre sulla stessa mattonella di campo e con una scarsità di movimento che cozza con il dinamismo che pretende Sousa in ogni partita. Sia chiaro: la prestazione di ieri è stata negativa per tutti (Sousa si è arrabbiato tanto in panchina), ma per Pepito vale qualcosa in più degli altri. «Ospitiamo il Poznan nella nostra road to Basilea», aveva twittato prima della partita. Segno che nella sua testa questa partita col modesto Lech, contava come una finale. Sarà forse anche per questo che ieri ha spesso cercato le giocate difficili, come a dimostrare di esserci, al di là delle difficoltà atletiche. Niente drammi comunque, perché in fondo i suoi gol stagionali sono già due (aveva segnato anche col Belenenses) e soprattutto perché tutto rientra nel programma di lavoro dello staff di Sousa. Ieri intanto sono entrati altri novanta minuti nelle gambe del fuoriclasse viola e la prossima settimana (contro Verona o Frosinone), Giuseppe tornerà titolare. Tra un mese, forse qualcosa in più, la condizione sarà finalmente a livello dei compagni di squadra. E lì potremmo davvero vederne delle belle. Perché immaginarsi Pepito come il grande acquisto del mercato di gennaio, fa pensare a una Fiorentina in grado di stare lassù fino alla fine del campionato.
Corriere Fiorentino
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