A volte non serve parlare (del resto, c’era un rigido silenzio stampa imposto dalla società), basta lo sguardo, il modo in cui ti muovi. Negli Usa lo chiamano «body language», più eloquente di tante frasi banali. Giuseppe Rossi ringrazia chi gli tiene aperta la porta del bagno al piano terra della clinica con un filo di voce, gli occhi bassi, il sorriso spento. E’ appena sbucato dall’ascensore, dopo aver affrontato tre ore con il dottor Richard Steadman, il luminare che nell’ottobre 2012 gli aveva ricucito il crociato e riacceso la speranza di tornare un top player. Venerdì pomeriggio, mentre su Vail si abbatteva una tormenta di neve, va in maniera diversa. La speranza di tornare in campo rimane illuminata, ma le notizie non sono quelle che Pepito si illudeva di ascoltare. Perché c’è una brutta novità, che dopo la visita a Firenze di lunedì non era stata menzionata (anche se l’agente del calciatore, Andrea Pastorello, afferma che i medici del Cto di Careggi glielo avevano già anticipato): oltre al danno al legamento mediale collaterale, c’è stata una «pizzicata» al crociato già operato. Di quale entità, Steadman non è stato ancora in grado di dirlo: il ginocchio destro è troppo gonfio per esprimere una diagnosi più accurata.
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Rossi, ora si allontana anche il Brasile
Il recupero sarà più lento, dubbi per le prossime 3 settimane (COMM)
La risonanza magnetica (e questo spiega la lunghezza della visita) non ha fornito informazioni più precise. Steadman vuol rivedere il giocatore fra tre settimane, quando l’infiammazione sarà calata. Nel frattempo Rossi rimarrà a casa di mamma Cleo nel New Jersey e inizierà la prima parte di riabilitazione con Luke Bongiorno al NY SportMed di Union Square a Manhattan.
Rischio mondiale (...) Impossibile per ora azzardare i tempi di recupero globali, ma il resto del campionato e il Mondiale potrebbero essere a forte rischio. (...)
Umore nero Ecco spiegato il drastico cambiamento di umore di Giuseppe. Si era presentato in ritardo, causa neve, di fronte all’ingresso della clinica, dopo un volo da New York, e aveva persino sorriso: «Ho passato la serata a casa in famiglia e ho visto Bargnani contro Miami alla tv del mio salotto», aveva raccontato. All’in bocca al lupo, aveva risposto con un «crepi» sussurrato ed era salito al secondo piano appoggiato, purtroppo, alle ormai inseparabili stampelle. Poi, invece di ripresentarsi all’uscita principale, Pepito, accompagnato dal dottor Paolo Manetti e dal fedele Bongiorno, aveva goffamente imboccato l’uscita riservata ai Vip dell’ospedale, la stessa usata qualche giorno fa da Lindsey Vonn per seminare una trentina di reporter. Era l’ulteriore segnale che qualcosa era andato storto. Pochi dubbi (anche se è una speculazione) che il possibile problema al crociato già operato possa rallentare il rientro e allungare i tempi di convalescenza. Stagione finita? Mondiale in forse? Sono i quesiti, per ora privi di risposta, che venerdì sera rimbalzavano come spettri angoscianti nella testa di Giuseppe: incubi con i quali dovrà convivere nelle prossime tre settimane .
La Gazzetta dello Sport
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