A fare calcoli prima, nel calcio, si rischia di dover fare i conti, poi, con una realtà inimmaginabile. Ecco che pensare di avere i tre punti già in tasca con il Bologna potrebbe essere un errore da pagare caro. Soprattutto quando devi affrontare una squadra che ha un giocatore di prima fascia, come ha detto Montella. Alessandro Diamanti è uno di quei talenti che ogni allenatore vorrebbe avere: gioca per la squadra, si sacrifica, segna e suggerisce. Un «all around» come ripetono gli americani, un versatile come direbbero dalle nostre parti. Non per niente Prandelli se lo porterà in Brasile, senza se e senza ma. Come del resto il ct farà con Pepito Rossi, un altro versatile per eccellenza che vive per il gol, ma anche per mandare in porta i compagni.
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Rossi-Diamanti, il pericolo è…sinistro
Oggi avversari, ma Prandelli se li porterà al Brasile (COMM)
Con l'assenza di Gomez, quest’ultimo aspetto è passato in secondo piano altrimenti la Fiorentina sarebbe stata una splendida incompiuta. Le 12 perle di Pepito valgono il primato nella classifica dei realizzatori e il quinto posto della Viola che punta così a colmare il gap con chi è davanti, senza per questo tralasciare la competizione europea che sì, assorbe enrgie, come ha detto l’Aeroplanino, ma è un crocevia necessario sulla strada della consacrazione della Fiorentina tra le grandi. Ammesso e non concesso che la viola già non lo sia.
Torniamo però a Diamanti e Rossi. E’ su questo duello, tutto sinistro, che potrebbe decidersi il derby dell’Appennino. O meglio, il Bologna affida al pratese Alino tutte le sue carte per uscire con qualche punto dal «Franchi», mentre i viola hanno in faretra diversi stoccatori, splendidi solisti capaci con una giocata di lasciare il segno. Perchè quando hai Cuadrado nel motore — per dirne uno — conservi qualche chance in più degli avversari. Per informazioni chiedere, di recente, al Dnipro. Forse è proprio qui la differenza tra chi ambisce a un pass per la Champions e chi invece deve allontanarsi dal pantano della zona pericolosa.
A guardare la classifica parrebbe tutto scritto, ecco perché Montella ha tenuto a precisare che i punti del Bologna non rispecchiano il suo valore. Pretattica? Può darsi. Scaramanzia? No di sicuro. Convinzione? Sì, perchè nel calcio, come detto, chi fa calcoli sbaglia e Montella non ha mai avuto dimestichezza con i numeri, ma solo con i gol, che segnava da giocatore.
Ecco perchè l’allenatore negli spogliatoi ha detto alla sua squadra che questa è una gara-trappola, che giocare contro formazioni che vivono sul filo dei nervi è sempre difficile. Gli esempi non mancano e il primo che è venuto in mente a Montella è stato il viaggio a Udine.
Stato d'animo dei bianconeri simile a quello dei rossoblù, col finale noto a tutti. La scaramanzia non c’entra, ma la necessità di abbassare il quoziente reti subìte in campionato sì (1,33 a partita). Certo, se poi riesci a segnarne sempre una più degli avversari (grazie a Pepito, Cuadrado e compagnia)...
La Nazione
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