Delio Rossi ha trovato poche definizioni per se stesso e si è descritto piuttosto chiarendo quello che non è. Nell’ordine: Padre Pio, un piazzista di illusioni, un medico, un mago, uno che fa i piaceri ai procuratori, uno che dà solo una seconda possibilità a chi gli manca di rispetto. Dopo lo 0-5 contro la Juve pensava anche di non essere più l’allenatore della Fiorentina, almeno secondo la coscienza che gli ha suggerito di farsi da parte rinunciando a quindici mesi di stipendio. Le reazioni della società e della squadra lo hanno convinto a restare ma ora — pur non essendo un mago — Rossi sa benissimo che deve guadagnarsi la riconferma per il prossimo campionato.
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Rossi, 45 giorni per meritare la conferma
Anche l’allenatore è in bilico in vista della prossima stagione
In che modo? Riuscendo a dare un senso compiuto al finale di stagione, facendo vedere fino a quale punto può incidere la sua mano. Fino a ora questo non è stato chiaro, bisognerà però capirlo prima del momento in cui partirà la rifondazione della squadra. A quel punto la proprietà dovrà essere assolutamente convinta, insieme allo stesso Rossi, proprio per evitare una situazione a metà come quella già vissuta con Mihajlovic. Le prossime nove partite avranno un’importanza decisiva prima della smazzata che porterà alla nascita del nuovo gruppo viola, per la prima volta da 7 anni affidato a un direttore sportivo diverso da Corvino, al quale Rossi era sinceramente legato da stima ed esperienze comuni. Anche su questo aspetto — un futuro da condividere con chi? — bisognerà ragionare, perché da quando Rossi è stato chiamato a Firenze sono cambiate molte cose. (...)
Angelo Giorgetti - La Nazione
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