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Rifondazione Viola

L’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Molti si chiedono, felicemente stupiti, cosa ci sia dietro a questo rilancio della Fiorentina, a questa rinnovato desiderio di togliersi di dosso i vestiti logori di un progetto finito (da un bel pezzo) per indossare gli abiti nuovi dell’entusiasmo e della voglia di divertire e magari andare molto più in là. Siccome siamo tutti maestri nell’arte della dietrologia diventa facile soffiare di accordi per lo stadio nuovo e di chissà quali altri patti messi in gioco tra i Della Valle e le istituzioni fiorentine. Ma la verità, forse, è molto più semplice. Quella Fiorentina alcolica e sbandata, fragile e bruttina, non solo aveva offeso e allontanato i tifosi, ma alla fine rischiava di diventare un peso per l’immagine stessa della proprietà che, dopo aver fatto due conti, deve aver compreso che per provare a rilanciare il tutto non c’era bisogno di spendere cifre folli. Bisognava, tanto per cominciare, aprire le finestre dopo anni di buio e far entrare aria nuova. E trovare uomini motivati: in società e quindi nello spogliatoio. Un effetto a cascata: nuovi dirigenti, nuovo allenatore, nuovi giocatori, con alle spalle un Andrea Della Valle (che anche ieri ha passato la giornata con la squadra) entusiasta come non mai.

E quindi ecco un colpo di spugna sulle corsie preferenziali coi procuratori di sempre, quelli che all’inizio ti aiutano e poi alla fine comandano. Tutto qui. E’ così che è andata in scena una mezza rivoluzione, ed è così che nel giro di un mese il tifoso affranto ha visto trasformarsi sotto i suoi occhi una squadra. Una metamorfosi eccitante: sette/otto titolari nuovi e un centrocampo di qualità decisamente superiore. Tutta gente più o meno navigata e desiderosa di riscatto: Aquilani, Pizarro, Borja Valero. Solo pochi mesi fa questi tre nomi sembravano irraggiungibili. Importante anche la sterzata decisa di Montella (giovane allenatore ambizioso e al tempo stesso umile) sul fronte della ricerca del gioco e su quello delle regole comportamentali. Non è un caso se l’epurazione è stata quasi totale e se perfino la storiella delle pernici di Moena ha spinto la società a fare scelte drastiche. Un messaggio per il gruppo. La disciplina e il rispetto sono priorità per chi indossa questa maglia. Fatte queste premesse, dopo aver ricordato che una squadra nuova per due terzi avrà bisogno di tempo per trovare sicurezze e identità, è evidente che diventa decisivo il nome dell’attaccante (o degli attaccanti) che ancora non c’è.

Se su Jovetic è bene essere ottimisti ma anche non dare certezze assolute (il suo procuratore spinge Mancini a non mollare la presa) è chiaro che Pradè (grandissimo lavoro, il suo, insieme a Macia) sa bene che, una volta messo in piedi un cen- trocampo di alto livello, sarebbe sciocco non organizzare un attacco alla sua altezza, soprattutto tenendo conto della mediocrità tecnica di un campionato pronto a regalare sorprese nelle zone alte della classifica. Le prossime ore ci diranno la verità. Ed è giusto essere ottimisti, perché il bello di questa nuova Fiorentina sta nel grande lavoro di gruppo, con dirigenti e allenatore uniti dagli stessi obiettivi e dalla stessa volontà (cosa che non accadeva da anni). E’ chiaro che tutte queste novità hanno smosso un bel po’ il cuore intorpidito del tifoso deluso da un calcio sempre meno amico (in generale) e decisamente spento (da queste parti). Ma se dal punto di vista tecnico, tra la ricerca di equilibri sul campo e di quello spettacolo annunciato da Montella, servirà tempo, di sicuro dopo questa estate un po’ folle qualche soddisfazione già la puoi sentire addosso: quella di avere di nuovo delle ambizioni, per esempio. E quella di sapere che giocatori di grande livello prendono in considerazione una piazza che due anni fa aveva deciso di autodeclassarsi. Insomma, niente sarà facile ma almeno adesso la squadra c’è. Oggi, con l’Udinese, il primo passo di questa Fiorentina reloaded, squadra rifondata per ridare il calcio a una città affamata di viola e di emozioni.

Benedetto Ferrara - la Repubblica