Mauro Zarate - scrive la Repubblica - è l’ultima risorsa di Paulo Sousa. Soprattutto se decide di giocare con gli altri e non da solo. Il piccolo genio, ribelle e imprevedibile, che può far svoltare la Fiorentina. Sa fare gol, e in questo momento serve quello. Contro l’Empoli ha avuto almeno tre occasioni, e il fatto che le abbia sbagliate tutte è solo un dettaglio. L’importante è esserci. E Zarate c’è. Ha voglia di giocare e chiede spazio. Più di quello che ha avuto finora. E chissà che Sousa non trovi il modo per accontentarlo. Con Babacar fuori uso (è infortunato), Ilicic in calo, Bernardeschi e Tello un po’ appannati, ecco che Zarate può diventare quel qualcosa in più che serve alla Fiorentina. Mancano sei partite e il quarto posto è ancora possibile. Basta crederci e ritrovare un po’ di senso pratico. Anche per questo Sousa sta pensando a Zarate. Che sia dall’inizio o durante la partita, i colpi dell’argentino possono dare una mano alla squadra a tirarsi fuori dai guai. Anche domani. Il tecnico portoghese non ha ancora deciso, ma quella di Zarate resta un’opzione. Vedremo quando. E come. Se subito, insieme a Kalinic nel tridente, oppure durante la partita per provare a far saltare le logiche difensive del Sassuolo. Un dettaglio che non cambia la sostanza dlele cose, perché in fondo Maurito è una delle poche cose buone fatte al mercato di gennaio. Niente di fenomenale, sia chiaro, ma per due milioni va bene così. Il gol con il Carpi è stato risolutivo, magari lo sarà anche nelle prossime sei partite.
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Repubblica: Zarate, l’ultima risorsa per il quarto posto
Kalinic in crisi, Ilicic in calo, Tello appannato, Babacar infortunato. Sousa pensa a Zarate per sbloccare l'attacco
Le qualità non gli mancano. È rapido, taglia il campo, non dà punti di riferimento, vede la porta. Peccato che un po’ troppo spesso il pallone gli rimanga attaccato ai piedi (i compagni più volte si sono arrabbiati con lui), e il suo egoismo vanifichi tutto il resto. Però è uno che può fare la differenza. Se ha la giornata giusta è incontenibile. Quasi impossibile da marcare. È bravo a fare il vuoto intorno a se, a infilarsi anche negli spazi stretti e puntare la porta. Tira sempre, ma finora ha fatto solo due gol. Ma ha giocato poso, appena 320 minuti, meno di quattro partite anche se le presenze sono state nove. In pratica è stato in campo in media mezz’ora a partita. Così fare la differenza non è facile. Certo, a volte basta un guizzo, però non si può essere sempre fortunati. Anche per questo Maurito chiede più spazio.
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