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Repubblica: L’affare Savic e i gol degli altri

Momenti di gloria, di sfortuna e di partite riprese in corsa. La Fiorentina lotta e soffre, incassa e segna: chi esce dal gruppo coi dolori addosso, chi salta in cielo …

Redazione VN

Momenti di gloria, di sfortuna e di partite riprese in corsa. La Fiorentina lotta e soffre, incassa e segna: chi esce dal gruppo coi dolori addosso, chi salta in cielo per salvare la banda da una notte complicata. Ecco Stefan Savic, ventunenne tostissimo e dalle nostre parti quasi sconosciuto. Eppure il City aveva spedito 7 milioni al Partizan (a Belgrado non fanno che incassare) per portarselo a casa. Il gruppo Ramadani poi ha fatto il resto: scambio Nastasic-Savic e un pacco di soldi alla Fiorentina con la promessa di un vantaggio sulla concorrenza nella possibile operazione Jovetic. Benedetto Pradè, che ha azzeccato pure questa. Giovane e serio, duro e coraggioso, Savic ha fatto quasi tutto da solo nella notte del punto con la Samp. Era arrivato nel silenzio. Poi piano piano si è preso la maglia da titolare in questa difesa dal gol facile. (...)

Il che ci spiega sia le qualità di questi ragazzi sia la loro disciplina nel seguire gli schemi su palle inattive studiati da Gianni Vio, il collaboratore di Montella che fin dal ritiro di Moena ha iniziato a lavorare su punizioni, calci d’angolo e rimesse laterali in zona avanzata, perché anche quelle non hanno niente di casuale. E anche la doppietta di Savic non è certo figlia del caso. Era abbastanza chiaro che la difesa di Ferrara avrebbe dedicato attenzioni particolari a Gonzalo Rodriguez, una specie di centravanti aggiunto. E allora ecco la necessità di puntare tutto su Savic, ragazzo che fino ad oggi, in avanti, si era fatto vedere poco o pochissimo. Il calcio è anche questo. E se il gruppo esegue gli ordini alla fine le cose vanno quasi sempre a posto. E Savic, montenegrino come Jovetic, pur conoscendo poco o nulla la lingua, nel solco della Fiorentina si è infilato subito e alla grande. Forse perché il clan dei compagni slavi lo ha aiutato a integrarsi, forse perché quel poco di inglese che mastica se lo sa giocare bene. Per il resto basta adeguarsi alle regole imposte da Montella e dalla società: serietà nel lavoro ed esempio fuori dal campo. Solo così è possibile costruire un gruppo forte e responsabilizzato. (...)

Benedetto Ferrara - La Repubblica