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Repubblica: contestazioni già stasera

In 15mila al Franchi, pronti a farsi sentire

Redazione VN

Eppur si gioca. In mezzo ad un mare di polemiche, con la testa di molti ancora invasa dai fantasmi dei vari Gervasoni, Braschi e Nicchi, ma si gioca. E pazienza se sugli spalti andrà in scena la prima parte della contestazione contro “il sistema”. Già stasera infatti il pubblico si farà sentire. Eccome. Partiamo dai numeri. Al Franchi sono attesi (circa) 15.000 tifosi. Non moltissimi, certo, ma nemmeno pochi considerando il peso della gara. E poi, appunto, c’è da farsi sentire. La gente, come ha detto Andrea Della Valle, è stanca. E oggi (e poi soprattutto domenica con la Lazio) lo farà capire. Come? Qualche striscione, ovvio, qualche coro. Ma non solo.

Tutti i tifosi presenti infatti potrebbero mimare il gesto delle manette. Alla Mourinho o, se preferite, alla Pizarro. L’importante è che la squadra, invece, pensi solo al campo. Il rischio c’è. Restare con la mente al Tardini, e farsi coinvolgere dal clima di “rivolta”. In realtà, gli stessi tifosi, hanno una gran voglia di pensare anche alla squadra, di stringersi attorno a lei per farla sentire “protetta”. L’imperativo è perentorio: vietato distrarsi. Punto. Anche perché sarebbe il miglior modo per complicarsi la vita da soli. Montella lo sa, e ha voluto comunque alzare la guardia. «Ricordiamoci la doppia sfida col Grasshopper», ha avvertito ieri. In effetti la situazione è simile. La Fiorentina aveva vinto 2-1 in trasferta e la gara di ritorno al Franchi pareva una formalità. Invece no. Un erroraccio di Neto, una serata storta un po’ per tutti, ed una qualificazione sudata fino all’ultimo secondo. (...)

Oggi non deve accadere. Anche perché sullo sfondo c’è sempre Sua Maestà La Partita. Fiorentina-Juventus. Per giocarsela con Tevez e compagni, però, va prima eliminato l’Esbjerg. E poi giocare fa sempre bene. Diciamo che può essere “terapeutico”. Sfogare sul campo le tensioni accumulate nei giorni scorsi e provare a ripartire. Del resto in Europa, certi veleni spariscono. O almeno. Così è stato fino ad ora. Nove partite (contando il preliminare), con sette vittorie, un pareggio ed una sconfitta. Un cammino (quasi) da record. L’importante è non fermarsi adesso. Vincere per dimenticare. Potremmo metterla così.

la Repubblica