Un tranquillo pomeriggio di festa. Una giornata in “famiglia”, all’insegna della serenità. Questo si respirava, ieri, intorno alla Fiorentina. Non erano in molti, al Franchi. Anche perché - scrive la Repubblica Firenze - la tifoseria organizzata non s’è fatta vedere. Circa cinquecento. Forse qualcosa di più. Uomini, donne, bambini. Soprattutto, bambini. Sorridenti, felici, probabilmente emozionati. Del resto, per loro, poter vedere i giocatori è evento più unico che raro. Hanno applaudito, incitato, e i più fortunati, al termine dell’allenamento, si sono portati a casa pure un pallone. Gli altri, comunque, si sono potuti consolare con un autografo. Con un protagonista assoluto: Federico Chiesa. È stato l’ultimo ad abbandonare il Franchi e, senza fare una piega, ha “speso” diversi minuti nel tentativo di accontentare tutti. Selfie, firme, abbracci. Sempre e comunque con un sorriso grande così stampato sul volto. È lui l’anima della Fiorentina. Dentro, e fuori dal campo. Bastava guardarlo. Anche durante l’allenamento. Ride, scherza, esulta come un matto se la squadra segna un gol in partitella ma, allo stesso modo, si arrabbia di brutto per un tiro sbagliato. Sembra di vedere uno di quei bambini. Semplicemente felice di giocare a pallone. La rappresentazione pratica di quello spirito che Pioli vorrebbe sempre vedere da parte dei suoi. Spensierati, ma ambiziosi. Sereni, ma allo stesso tempo “cattivi”. Non come a Crotone.
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Repubblica: al Franchi una festa per pochi intimi
Soltanto 500 tifosi all’allenamento a porte aperte ieri al Franchi. Applausi e selfie per tutti, ma il più richiesto è Chiesa
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