Renzi soffrirà a casa. E magari ripenserà ai giudizi della Merkel

Da ragazzo faceva l’arbitro, sicché è abituato ai campi caldi, ma certe volte è meglio stare a casa. Evitare tweet, commenti, esultanze anche un po’ scomposte come quelle che poteva permettersi da sindaco di Firenze, quando andava dappertutto e si concedeva qualche gita per seguire la squadra in ritiro. Matteo Renzi nutre un amore viscerale per la Fiorentina, eppure da quando è presidente del Consiglio si è concesso pochissime apparizioni allo stadio: si è fatto vedere a Roma per Roma-Fiorentina, c’era nella serata disgraziata della finale di coppa Italia Fiorentina-Napoli. Ma il terreno è sempre più scivoloso: dopo Udinese-Roma, uno dei suoi ha messo qualche parola di troppo sui social network e al premier è toccato smentire. Accapigliarsi con i colleghi sul futuro dell’Europa è complicato, ritrovarsi invischiato nelle continue polemiche fra Juve e Roma forse è peggio.

Visite Come disse lo stesso Renzi ai tempi delle elezioni del presidente federale, «litigare su Tavecchio, anche no»: stare alla larga dalle polemiche calcistiche è diventato un esercizio necessario anche per l’arbitro Renzi, che in settimana era a Firenze per un vertice con Angela Merkel. E chissà che in questi giorni non sia tornato sull’argomento Gomez con la cancelliera. «Il ragazzo è fragilino», sentenziò la signora quando l’attaccante passò alla Fiorentina. Renzi, che alla Merkel aveva regalato una maglia autografata da Gomez, lì per lì non ci avrà fatto caso, poi magari gli sarà capitato di pensare che quella Merkel ha sempre ragione. Proprio in settimana però Gomez si è sbloccato in coppa Italia: se segna contro la Roma dopo la trasferta della Merkel a Firenze, a Renzi toccherà mandare un altro cadeau alla cancelliera. Sai che soddisfazione.

La Gazzetta dello Sport