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Razzismo, la ricetta di Sconcerti

Non credo saranno facilmente eliminabili i cori razzisti, ormai arrivano indiscriminati anche tra squadre che hanno entrambe giocatori neri come ieri Lazio e Juve. È un fenomeno che è andato …

Redazione VN

Non credo saranno facilmente eliminabili i cori razzisti, ormai arrivano indiscriminati anche tra squadre che hanno entrambe giocatori neri come ieri Lazio e Juve. È un fenomeno che è andato avanti e si è come banalizzato, quindi è arrivato dovunque. Non è forse nemmeno più un’offesa alla persona. È diventato un modo per dissentire dalla partita, per fare del male semplice, vigliacco. Non sono più episodi, dagli episodi ci si difende. E diventata una colpa endemica sparsa nella parte oscura degli stadi, coperta dalla macchia della gente. Quasi impossibile vedere volti quando la curva è piena. D’altra parte se si danno agli ultrà poteri facili di intervenire su una partita, ne approfitteranno per qualunque scopo. Non solo un risultato, ma anche una guerra contro un avversario o addirittura una campagna contro la presidenza di una società che è poi quella che paga in soldi le loro offese. Gli ultrà sono un esercito non impazzito, ma che vuole essere folle. È il loro segno distintivo. È un piccolo terrorismo psicologico a cui le grandi tifoserie normali hanno finito per affidare la loro rappresentanza. Sono gli unici che parlano e agiscono, finiscono per fare opinione collettiva. E i media amplificano solo le loro gesta insistendo a scambiarli per un popolo. Così il giro si compie e si moltiplica. Cosa fare allora? Intanto prendere coscienza che non c’è possibilità di terapia, si possono solo usare punizioni. In questo campo purtroppo il nostro calcio non è credibile. Ha sempre scelto l’intoccabilità del campionato e della singola partita. Né si possono seriamente dare i 3-0 a tavolino, falserebbero tutto. Bisogna ricominciare da capo, affidarsi alle forze dell’ordine, monitorare, cercare, schedare per colpire i colpevoli non la massa che non c’entra niente. Forse è proprio la gente che ha il diritto di difendersi per prima. I danneggiati sono gli innocenti. Comincino loro a dissentire e ad applaudire i neri. Nella coscienza triste che oggi un posto allo stadio non è solo un biglietto a pagamento, ma un luogo da conquistare.

Mario Sconcerti - Corriere della Sera