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Qui Livorno: Spinelli sta per mollare il club

L’epopea di Aldo Spinelli, il miglior presidente della storia del Livorno calcio, sembra davvero essere al tramonto. «Largo al nuovo. Potere a Stefano», dice il patron con piglio deciso ben …

Redazione VN

L'epopea di Aldo Spinelli, il miglior presidente della storia del Livorno calcio, sembra davvero essere al tramonto. «Largo al nuovo. Potere a Stefano», dice il patron con piglio deciso ben lontano da tutte quelle finzioni di vendita che avevano fatto stancare e a volte infuriare il popolo amaranto. Stefano ha anche un cognome. Si chiama Bandecchi, ha 53 anni, diploma di maestro elementare, ed è il classico imprenditore self-made-man: ex manovale, ex pescatore, ex parà della Folgore, ex simpatizzate dell'Msi.

E quest'ultimo attributo è quello che sta facendo più scalpore. Perché a Livorno fa notizia che un imprenditore di destra (dopo l'Msi si è candidato per Forza Italia al consiglio regionale del Lazio) voglia comprare la società dalla curva più rossa d'Italia. Lui chiosa, dice che la politica c'entra come il cavolo a merenda, che la sua livornesità non si mette in discussione e il suo essere democratico e solidale neppure. «Sono nato a Shangay», avverte Bandecchi. Che non è la città cinese, ma il quartiere più popolare e comunista di Livorno, lo stesso del bomber politico Cristiano Lucarelli e del fratello Alessandro, difensore del Parma.

Il problema è che non si sa bene come gli ultrà delle bandiere con Ernesto Guevara, la falce e il martello, e il testone di Stalin, saluteranno l'eventuale arrivo del nuovo patron. Spinelli non era certo un rivoluzionario, però nella sua infinita scaltrezza era riuscito a far intendere d'essere anche lui un po' rosso, senza spiegare se politicamente o calcisticamente (la maglia del Livorno è rossa amaranto). Comunque sia, il Bandecchi 2014 non solo sembra abbia un vero amore per la squadra della sua vecchia città (oggi vive a Roma) ma anche soldi e conoscenze per ben figurare. Sapete chi l'ha presentato a Spinelli? Nientepopodimeno che Luciano Moggi, sì proprio l'ex re del mercato juventino caduto in disgrazia ma sempre lì, dopo inchieste e processi, a dispensare pillole di sapienza e di saggezza (calcistica, ovviamente) a destra e a manca.

Stefano Bandecchi è vulcanico. Ha fondato radio e giornali online, ma da vecchio maestro elementare il suo core business è l'educazione. Ha investito decine di milioni di euro nella creazione di un'università privata di Roma: la Niccolò Cusano riconosciuta dal Miur, con un campus all'americana di 16 mila metri quadrati. In poco tempo ha convinto più di 12 mila studenti e gli affari pare vadano a gonfie vele. Qualcuno, con un briciolo di malizia, paragona il suo ateneo al Cepu. I professori? Alcuni sono volti notissimi delle cronache: Davide Vanoni, lo psicologo del metodo Stamina e Maurizio Costanzo che insegna sociologia della Comunicazione. Del Livorno, Stefano, dice d'essere innamorato sin da bambino. Ma, da bravo imprenditore, ammette che un po' di pallone farebbe bene anche alla sua università: quale sponsor migliore è un Livorno in serie A? Il problema è che la retrocessione è dietro l'angolo. «Poco importa, torneremo nella massima serie con un presidente da urlo», promette lui. Ma il super nome per ora è rigorosamente top secret.