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Questa strana Samp che si diverte

Merito di un presidente-personaggio e di un allenatore che è cambiato tanto. L’incipit dell’articolo di Ferrara

Redazione VN

Era una vita che non si sentiva parlare di Samp. Non così bene, non così tanto. L’ultima volta c’era il maestro Vujadin in testa e un gruppo da paura in campo. Preistoria. O qualcosa di simile. Adesso invece c’è Sinisa, una squadra nella media e un presidente che invece nella media proprio non ci sa stare nemmeno per scherzo. Massimo Ferrero è oltre. Lui è la novità che ha stravolto le regole mediatiche del mestissimo calcio italiano, uno che nel giro di poche smorfie ha cancellato anni di Zelig e anche l’unico personaggio che può andare orgoglioso del fatto che fa più ridere lui di quanto lo faccia Crozza imitandolo.

Ferrero è un cult che allevia il dolore per questo calcio fatto di stadi semi vuoti e partite spesso noiosissime. Solo Tavecchio gli tiene testa nel gioco del “se ci è o si fa”. Ma lui ci è (e anche Tavecchio, purtroppo). E se la battuta sul “filippino” Thohir è uscita dall’argine del consentito, la vera notizia è quella dei fatti, e questi dicono che a Genova Ferrero lo adorano e che questa Sampdoria nata per salvarsi è lì che lotta per l’Europa. Se poi calerà il suo ritmo o no lo capiremo poi, per ora la coppia Sinisa-Ferrero funziona eccome. Uno ha reso solido un gruppo costringendo tutti al sacrificio, l’altro è sceso a ballare sul campo dopo aver vinto un derby facendo infuriare il collega Preziosi. Motivazione e folklore, i doriani non godevano così da parecchio, anche se il produttore cinematografico che parla in romanesco e invita Ricky Tognazzi e Simona Izzo in tribuna a noi ci ricorda qualcosa e qualcuno, magari ripensando a Naomi Campbell e a un mondo lontanissimo fatto di grandi sogni e di lacrime a pioggia nel giorno della fine.

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L'articolo completo di Benedetto Ferrara nell'edizione odierna de' La Repubblica!