Ormai è diventata una questione d’orgoglio. Da una parte i tifosi se ne sentono gli unici depositari, dall’altra i Della Valle che si sentono feriti, vilipesi. Ormai è solo un duello a distanza tra la Firenze che contesta a prescindere e i proprietari viola che riducono il rapporto con la città a una questione di cori, striscioni e commenti sul web. Nel mezzo c’è la Fiorentina e la maggioranza dei tifosi (basta vedere il Franchi sempre più vuoto domenica dopo domenica) che di questa guerra intestina si sono anche stancati. E che invece delle minacce appese sulle cancellate del Franchi o dei minacciosi (e per ora poco chiari) annunci nel dopo gara, vorrebbero sentir parlare di calcio e di quali saranno le linee guida della ricostruzione. Niente da fare. Si preferisce andare avanti a ripicche mentre le questioni vere restano sempre irrisolte.
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Quel duello (tra i tifosi e Della Valle) che oscura la passione
L'editoriale di Ernesto Poesio sul Corriere Fiorentino dopo quanto accaduto ieri al Mapei Stadium
Sarebbe interessante per esempio sapere dal partito dei No-Dv (che a Firenze è ben radicato in curva come in tribuna) perché abbiano sostenuto con tanto compiacimento Sousa nella sua personale opera di demolizione della propria squadra del cuore, salvo poi oggi dare addosso anche all’allenatore. Che cosa si aspettavano se non una Fiorentina sfilacciata in campo e fuori? E sarebbe interessante allo stesso tempo sapere dai Della Valle come mai, dopo aver in passato chiuso i rapporti con allenatori come Prandelli e Montella per molto meno, abbiano scelto di non decidere sull’allenatore esponendosi a una stagione di rivendicazioni e divisioni interne. Forse è il caso di analizzare con più lucidità quello che è accaduto negli ultimi cinque anni: sia i successi che i fallimenti. Siamo davanti a un bivio, buttare via il bambino insieme all’acqua sporca sarebbe insopportabile.
Ernesto Poesio - Corriere Fiorentino
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