Volevamo un centravanti. Eccolo: semplice, concreto, opportunista, motivato, sveglio e senza pietà. Alessandro Matri non perdona: due reti e un assist in quarantacinque minuti. Anche grazie a lui la Fiorentina stende il Catania in tempi rapidi. Applausi anche per Pizarro (partita autorevole) e Mati Fernandez (gran gol e non solo), ma è anche giusto ricordare un altro dato fondamentale: la Fiorentina non subisce reti da 617 minuti.
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Quei 617 minuti senza subire gol
L’incipit dell’articolo di Benedetto Ferrara
Questo significa che, mentre veniva combattuta la battaglia contro la sfortuna (che non finisce mai: oggi sapremo di più su Matri e Tomovic) e il bisogno di tenere alti i numeri dell’attacco, Montella riusciva anche a dare quella solidità che serviva alla sua Fiorentina, che con il lavoro e l’entusiasmo sta diventando una squadra clamorosamente matura e costante. Inutile ricordare quanto sia decisivo il ruolo della difesa nella costruzione di un progetto vincente. Utile invece fare un applauso a Neto, che ha dovuto lavorare tra non poche difficoltà di tipo psicologico. Questi numeri sono anche merito suo, oltre che di un centrocampo che sta ritrovando equilibrio e passo giusto, a cominciare da Pizarro, leader umorale capace, quando vuole, di produrre gioco e di disegnare idee. E anche di gestire i tempi e i ritmi di un collettivo che sta crescendo sempre di più. Mati Fernandez, per esempio, non ha la visione di gioco e l’esperienza di Aquilani. Ma in questo momento il suo dinamismo e i suoi colpi pregiati aiutano la squadra a esaltare il potenziale offensivo. Per questo Montella non lo trascura quasi mai, soprattutto dopo averlo ripulito da quegli eccessi di giochesse che fa molto Sud America e quasi zero calcio di casa nostra.
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