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Quegli esperimenti dietro le sconfitte

L’articolo di Benedetto Ferrara

Redazione VN

Quanto contano queste cinque pappine suddivise tra Spagna e Portogallo? Perché se infilare la testa nella paranoia non ha proprio senso, riflettere sullo stato delle cose invece è un dovere. Non tanto per far scattare allarmi e nevrosi da mezza estate, ma per cercare di capire qualcosa di più degli esperimenti di Montella e di questa Fiorentina arrivata a pochi passi dalla sua prima vera sfida, quella fissata il 22 agosto a Zurigo contro il Grasshopper.

IL TEST SUL MODULO Montella, nel breve tour iberico, ha deciso di mettere da parte il suo affidabile 3-5-2 per puntare su quel 4-3-3 che aveva permesso alla sua squadra di riprende quota nella seconda parte della scorsa stagione. Le ragioni sono varie. La prima è che Giuseppe Rossi non è ancora è al top. Lui e Gomez sono le certezze di una linea di attacco a due punte, e se uno dei due manca il modulo deve cambiare. Ma il punto di partenza del ragionamento è un altro. (...) Il problema è che al momento la difesa a 4 è troppo tenera. Il dato è abbastanza chiaro.

IL MESSAGGIO DAL PORTIEREPensare che Montella avesse bisogno di provare Neto, portiere del quale conosce pregi e difetti da anno, non aveva molto senso. E poi: se non fai giocare Munua in una amichevole estiva quando mai? La verità è che il tecnico aveva già detto ai suoi dirigenti che un numero uno come si deve era una priorità. Un pensiero condiviso da tanti, quasi tutti, a parte forse Neto. (...)

TRA JOAQUIN E CUADRADO Da un pezzo nella testa del tecnico frulla l’idea di avere, tra le possibilità, anche quella di avere in campo insieme sia Joaquin che Cuadrado. Il primo è un giocatore dal talento assoluto, l’altro è indispensabile. E allora? Allora era giusto provare il colombiano altri ruoli: in avanti a sinistra e da esterno basso. La seconda possibilità è la più concreta, ma solo in situazioni che permettano questo tipo di rischio.

LA CONDIZIONE FISICA Nessuno è preoccupato per la condizione fisica. La Fiorentina non ha lavorato con carichi pesanti ma in compenso, dal punto di vista mentale, era sicuramente stanca e poco sul pezzo. (...)Niente paranoie, quindi. Ma lavoro e umiltà. Come sempre.

Benedetto Ferrara - la Repubblica