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Quanto è dura la legge delle «piccole». Attenti al vantaggio (se è solo sulla carta)

Il calendario facile è una trappola in cui è finita la Fiorentina nel momento cruciale della stagione: Verona e Cagliari hanno portato zero punti in classifica e sbattuto la squadra …

Redazione VN

Il calendario facile è una trappola in cui è finita la Fiorentina nel momento cruciale della stagione: Verona e Cagliari hanno portato zero punti in classifica e sbattuto la squadra ai margini della zona europea. Nel momento in cui i Montella boys avrebbero dovuto raddoppiare la velocità, si sono quasi fermati. E contro avversari non irresistibili.

Si diceva che la Viola fosse fragile con le forti e implacabile con le debole. L’aprile nero ha dimostrato, invece, che non è così. E ora anche il Cesena, quasi spacciato, come lo era il Cagliari domenica scorsa, fa davvero paura. Il calendario è in discesa, ma l’ultima Fiorentina, quella che ha dato campo libero al contropiede del Verona e ha trasformato i sardi in un piccolo Real Madrid, sarà in grado di approfittarne? È vero che ha sempre sofferto le sfide con le regine del nostro calcio, ma a conti fatti sono state le sconfitte con le provinciali ad aprire le crepe più grandi. È successo sin dall’inizio dell’avventura di Montella. Nella prima stagione di Vincenzino, la migliore sia sul piano del gioco che su quello dei risultati, chiusa al quarto posto con 70 punti, la Champions è svanita per un niente, due punti dal Milan. E ancora oggi è lecito chiedersi come sarebbe andata a finire se la Fiorentina non avesse regalato tre punti al Pescara il giorno dell’Epifania al termine di una partita surreale con nove occasioni viola durante il primo tempo e due gol degli abruzzesi nel secondo.

Con il senno di poi un’avvisaglia di ciò che sarebbe successo in seguito. L’anno scorso è arrivato l’1-1 con il Cagliari nel giorno del primo grave infortunio di Mario Gomez e soprattutto la sconfitta con il Sassuolo (3-4) tre giorni dopo aver perso la finale di coppa Italia contro il Napoli, che per fortuna non ha lasciato tracce sulla classifica.

A differenza di quelle recentissime e dolorose con Verona e Cagliari, che fanno seguito all’1-0 di Parma, dimenticando lo 0-0 di inizio stagione con il Sassuolo. Con 9 punti in più, la classifica sarebbe diversa e contro il Cesena Montella giocherebbe per la Champions e non per cercare di recuperare l’Europa League. Il sesto posto vorrebbe dire perdere i 3 milioni della tournée americana, ma sarebbe già qualcosa dopo che la sconfitta in casa della Juve ha fatto precipitare la squadra fuori dai confini europei. Da oggi nasce un campionato nel campionato: cinque squadre per due posti.

Dai 51 punti della Sampdoria, ai 48 di Inter e Torino. Il calendario è dalla parte della Fiorentina. Ma nelle ultime cinque partite nessuno ha fatto peggio dei viola, che si sono fatti rimontare 11 punti dall’Inter (la più in forma del gruppo), 10 dal Genoa e 8 dal Toro. Serve un immediato cambio di passo. Il domani è oggi e il Cesena vale quanto il Siviglia.

Alessandro Bocci - Corriere Fiorentino