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Quanti ingredienti per la Partita: c’è anche Diego?

“La gara dei destini incrociati”, l’articolo di B. Ferrara (COMMENTA)

Redazione VN

Un´attesa affollata di facce, di storie e di parole. Fiorentina-Juventus è la partita che richiama in pista emozioni e brividi, come quelle canzoni che ti fanno saltare su un tavolo a ballare senza che tu abbia realizzato bene il perché. Questa sfida, infatti, agisce sull´inconscio di tutti quelli che amano viaggiare anche sul lato irrazionale del mondo-pallone. Tanto per cominciare è la partita dello stadio Franchi. Quello che una volta faceva tremare le gambe degli avversari e battere i cuori di tutti. Un mondo a parte, lo stadio del Campo di Marte che, in fondo, fino a due annetti e mezzo fa non se la passava male, nonostante le tv e la famosa storia del calcio che cambia.

Poi la malattia. Lenta e sempre più grave. Prima gli abbonati in calo. Poi anche un bel po´ di abbonati che restano a casa. Tutto molto depressivo, soprattutto quando dalle tribune inizi a sentire la voce dei giocatori che chiamano palla, come di solito accade nelle amichevoli di metà settimana. Beh, stavolta non sarà così. Si parla di 30 mila presenze. Roba di altri tempi. O qualcosa che agli altri tempi somiglia. Sicuramente sarà un altro colpo d´occhio. Parrucche comprese.

E anche il ritorno dell´ironia ha un suo valore. Simpatica l´idea di sfottere (e magari non offendere) i "nemici" di sempre (allenatore avversario compreso), tenendo anche conto che questa non è solo la sfida con la Juve ma anche una partita importantissima per entrambe le squadre. C´è chi si gioca lo scudetto e chi un po´ di serenità. E se Andrea Agnelli e la sua vittimistica "lotta contro tutto e tutti" sarà un personaggio del sabato notte, dalla nostra parte sicuramente ci sarà una tribuna d´onore meno desertica del solito, forse addirittura con un Diego in più. Il forse è scritto a caratteri maiuscoli. Però, insomma, non si sa mai.

Poi c´è la faccia preoccupata di Bergonzi, cioè dell´arbitro chiamato a dirigere questa partita che arriva al termine della settimana dei silenzi, delle lamentele e dei dossier. Tutte premesse utili ad aumentare la tensione, alla faccia di chi vorrebbe abbassare i toni. La speranza è che a fine partita nessuno debba tirare in ballo l´arbitro. E di sicuro è inutile farlo prima. Anche perché se le premesse sono chiare, ancora più chiara dovrà essere comunque la prestazione della Fiorentina, che nel suo complesso ha l´occasione per tornare a esistere, nei cuori della gente e sui media nazionali, che ormai da tempo la considerano poco o nulla.

Ogni giocatore è cosciente del fatto che una grande prova domani sera cambia umore e giudizi. Poi ci sono i casi speciali, come quello di Amauri, uno che alla Juve è stato messo in castigo causa scarso rendimento, soprattutto in rapporto a un ingaggio da urlo. L´ex bianconero, fino ad oggi, non ha ancora messo dentro un pallone. Sarebbe sciocco pensare che abbia bisogno di vendette personali per cercare un gol. Però se lo trovasse di sicuro la soddisfazione sarebbe doppia, ed è difficile pensare che non esulti come fanno tanti ex.

Personaggio a suo modo anche Stevan Jovetic, senza il quale la Fiorentina barcolla per definizione. L´ideale sarebbe averlo a disposizione almeno in panchina. Poi ecco Delio Rossi, il costruttore del futuro che galleggia a fatica nel presente. Una vittoria sulla Juve significherebbe riemergere con la Fiorentina da un lungo anonimato in cui si è infilato pure lui. D´altra parte se esiste davvero l´orgoglio è arrivata l´ora di tirarlo fuori davvero. Perché Firenze ne ha bisogno. E non aspetta altro.

Benedetto Ferrara - La Repubblica