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Quando la Fiorentina faceva la corte a Stramaccioni…

Stramaccioni contro la Fiorentina, un film già visto. Con un sequel che sembrava già pronto, ma poi è rimasto sulla carta. Perché Firenze e Roma sono vicine, e le voci …

Redazione VN

Stramaccioni contro la Fiorentina, un film già visto. Con un sequel che sembrava già pronto, ma poi è rimasto sulla carta. Perché Firenze e Roma sono vicine, e le voci arrivano veloci: che l'attuale tecnico dell'Inter non fosse soddisfatto di rimanere a vita a fare gli Allievi Nazionali non era un segreto per nessuno, come il fatto che la società giallorossa non potesse offrirgli quello che voleva, la panchina della Primavera. Così la Fiorentina è stata quella che — prima dell'Inter — ha provato in maniera più convinta a portarsi a casa il tecnico giovanile più considerato d'Italia.

Il nemico più stimato

Del resto, Pantaleo Corvino ai successi ottenuti col settore giovanile ha sempre tenuto parecchio, e Stramaccioni è stato a lungo la sua bestia nera. La prima annata in cui il d.s. viola mise pesantemente mano fu quella dei '92: prima verifica il torneo di Bastia Umbra, con l'invincibile armata viola eliminata dai giallorossi di Strama, che nei mesi successivi vinsero torneo Nike e scudetto Giovanissimi. I '92 viola si presero la rivincita nel 2009, nel campionato Allievi, battendo 2-1 il tecnico romano e negandogli la finale scudetto: a segno Babacar e Carraro.

Quattro su quattro

Il tecnico viola era Renato Buso, che quello scudetto poi lo vinse battendo proprio i nerazzurri, tra cui Natalino, Crisetig e Bessa, ma ormai il corteggiamento di Corvino a Stramaccioni era già iniziato e raggiunse l'apice l'anno dopo, quando Roma e Fiorentina erano a punteggio pieno nel girone, e si scontrarono a Fiesole: all'intervallo 2-0 per i viola, finale 2-3, nello spogliatoio tremarono i muri. Quell'anno la Roma batté la Fiorentina anche nella finale dell'Arco di Trento 1-0, gol di Falasca, oggi all'Inter, nel ritorno in campionato 3-1 e nelle finali scudetto 2-0: Corvino ormai non si arrabbiava neanche più, pensando solamente a come portare alle sue dipendenze quel tecnico che gli guastava sempre i piani. Ma nel frattempo aveva cominciato a muoversi anche l'Inter.

La Gazzetta dello Sport