Meglio di Prandelli, Montella e perfino del mitico Petisso Pesaola. Paulo Sousa - scrive Leonardo Bardazzi sul Corriere Fiorentino - viaggia a ritmi forsennati e macina record a suon di vittorie. Col tris di Palermo ha raggiunto 38 e messo dietro tutti i colleghi viola dell’era Della Valle e adesso punta a eguagliare il Trap, che nel 98/99 ha chiuso il girone d’andata a 35 punti (ma il campionato era 18 squadre) e che alla diciannovesima giornata ne contava già 41.
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Contro la Lazio, i viola possono raggoungere quota 41 punti come il Trap
Quota 41 così è diventato il nuovo obiettivo di Paulo l’ambizioso, che in caso di stop dell’Inter contro il Sassuolo combinato con una vittoria viola sulla Lazio, potrebbe, come il maestro Trapattoni, laurearsi campione d’inverno (forse in coabitazione col Napoli) alla sua prima stagione viola. Non solo numeri però, perché in questi pochi mesi il portoghese ha fatto molto di più: se Prandelli ha abituato i fiorentini a lottare spalla a spalla con le grandi e se Montella ha vinto come nessuno fuori casa e puntato a grandi obiettivi, Sousa ha cancellato ogni timore reverenziale, ogni forma di remora anche nei confronti di obiettivi quasi sopiti perfino nella testa dei sognatori più incalliti. Prima del suo arrivo a Firenze, ambiente, società stessa e giocatori, quasi temevano a stabilire traguardi e alzare l’asticella. Con lui invece è cambiato il mondo e non solo a parole: niente limiti, niente paura, ma solo l’ambizione di costruire quella cultura della vittoria che porti, molto presto, ad alzare trofei finora tabù.
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