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Procuratori, il calcio dà il cattivo esempio. E i club sono (spesso) complici

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Il sistema dei procuratori e delle commissioni sta prosciugando il calcio e troppo spesso i club sono complici della situazione

Redazione VN

Sulle pagine di Tuttosport oggi in edicola troviamo un editoriale di Tony Damascelli che si focalizza sulla situazione del mercato e delle procure. Il calcio è decisamente cambiato rispetto alle grandi cessioni illustri: quelle venivano fatte da presidenti e direttori sportivi, i veri dei ex machina delle trattative. Al massimo ci rientrava qualche supervisore politico. Oggi, invece, sono ben altre le figure che fanno parte del palcoscenico: i procuratori. Dal 1968, quando Con Coster iniziò in Olanda questa professione, di strada ne hanno fatta parecchia... e anche di soldi. Fino a far debordare i bilanci alla famosa voce "commissioni".

"Le vicende contemporanee ribadiscono la questione: da Dybala a Vlahovic, da Insigne a Kessie, da Pogba a Cristiano Ronaldo, qualunque trattativa di mercato non può ma deve passare attraverso la voce determinante del procuratore. Se due club sono d’accordo nell’affare spunta la richiesta dell’agente rappresentante che spiazza, rilancia, esige, impone e, in molti casi, l’affare salta". Questo è un mondo che sempre più sfiora la giungla e che vede spesso complici i dirigenti di club che non si sono mai arresi alla nuova realtà e anzi ne fanno parte. Godendone spesso nei benefici. Il calcio dà e continua a dare il cattivo esempio, facendo inevitabilmente pagare ai tifosi l'amaro conto.

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