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Pressing, coraggio e intensità le armi simili delle eterne rivali

L’analisi tattica: Pirlo e Pizarro i cardini dei due 3-5-2

Redazione VN

La partita che si giocherà stasera al Franchi rappresenta la sfida tra le due squadre più belle, innovative e intense di questo povero e ingrigito campionato. La Juventus è squadra adulta, con una personalità definita e lati deboli quasi zero. La Fiorentina di Montella sa conquistarti col fraseggio e ha addosso il fascino dell’adolescenza e i limiti della stessa. E la cosa curiosa è che le due squadre giocano un calcio simile, con un 3-5-2 ad assetto variabile e con un regista (Pirlo per Conte e Pizarro per Montella) di grande esperienza a dettare tempi e giocate, a scegliere lo schema da adottare e chiamare gli inserimenti sulle fasce o a cercare il lancio calibrato. Entrambe le squadre amano prendere possesso della metà campo avversaria e dare intensità al gioco togliendo il respiro agli avversari.

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Le difese sono solide, con gli esterni di centrocampo in grado di serrare le fila ma anche di inserirsi in velocità. Quasi certamente Montella confermerà Cuadrado a destra, perché la sua presenza garantisce una variabile offensiva in più, considerata l’abilità tecnica del giocatore e la sua velocità, che lo porta spesso a inserirsi in area di rigore per cercare quei cross arretrati che possono sempre mandare in confusione le difese avversarie. Il problema principale dei due allenatori sarà quello di provare a limitare il più possibile lo spirito creativo del regista avversario. Il pressing sarà alto, la differenza la farà ciò che le due squadre raccoglieranno dai loro momenti migliori, da tutto il gioco che riusciranno a mettere insieme durante la partita.

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Di sicuro il rapporto tra la costruzione del gioco e la concretizzazione del tutto è il vero nodo da sciogliere per la Fiorentina. Toni al momento può essere l’uomo dell’ultima mezz’ora. Seferovic non sembra dare ancora grande affidabilità e alla fine, fuori El Hamdaoui, questa potrebbe essere l’ennesima occasione per Ljajic, a meno che Montella non decida di provare Mati Fernandez dietro Jovetic, ipotesi intrigante, considerate le qualità tecniche del cileno. In ogni caso Jo-Jo, alla fine, almeno fino a quando non entrerà Toni, sarà il punto di riferimento là davanti e c’è da immaginare che dovrà andare a cercarsi palloni un po’ ovunque per uscire dalla rete che Conte avrà preparato per lui. In questo senso, come detto, la Fiorentina dovrà cercare di portare dentro anche i centrocampisti per provare ad aprire spazi e creare occasioni. Inutile dire che in teoria la Juventus è favorita, ma è anche vero che questa Fiorentina ha entusiasmo e spirito combattivo. Alla fine conterà la somma dei fattori tecnici con quelli emotivi. La Fiorentina ce la metterà sicuramente tutta. E questo è ciò che serve per provare a portare in fondo l’impresa che Firenze sogna da un bel po’.

Benedetto Ferrara - La Repubblica