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Prandelli: “Vorrei Papa Francesco allo stadio”

Il pallone italiano va a farsi benedire. Con tempismo provvidenziale, nel cuore di un’estate segnata da violenze, assedi di ultrà, insulti razzisti e nasi rotti, con l’aggravante dei futili motivi …

Redazione VN

Il pallone italiano va a farsi benedire. Con tempismo provvidenziale, nel cuore di un’estate segnata da violenze, assedi di ultrà, insulti razzisti e nasi rotti, con l’aggravante dei futili motivi in partite senza gloria, riappare la Nazionale e si riappropria del suo ruolo salvifico, per ricordare che un altro calcio è possibile. E che si può giocare Italia-Argentina solo per salutare il nuovo pontefice, dividendo lo stesso albergo alla vigilia e recandosi insieme in Vaticano. A mezzogiorno le due nazionali saranno ricevute da Papa Francesco in udienza privata nella Sala Clementina da cui Bergoglio, al suo arrivo, ha fatto togliere simbolicamente il trono. Erano stati concessi 50 posti per delegazione, sono diventati cento: solo dall’Argentina si sono mossi 55 dirigenti, fra cui il patron del San Lorenzo, la squadra del cuore di Francesco, e il presidente del Boca, che regalerà un libro con la storia del suo club. Cesare Prandelli, ideatore dell’evento, ricorda: «Lo spirito è quello di una festa di benvenuto al Santo Padre. Poi, cercheremo anche di offrire spettacolo sul piano tecnico. Il nostro calcio non ha superato i suoi problemi, basta alzare un po’ l’asticella e tornano tutti a galla. Abbiamo una responsabi-lità, proporre qualcosa di diverso, di nuovo: se ci pensate, forse è la prima volta che due nazionali alloggiano insieme. Si può fare calcio con serenità e rispetto dei valori». Interpellato sulla possibilità di partecipare a un Gay Pride come ha fatto l’Olanda, il ct sorride: «Se fossi invitato, ci andrei con tutta la squadra e i giornalisti al seguito. Papa Francesco comunque ha detto cose importanti anche sull’omosessualità ». In una nota, la Santa Sede ha ribattezzato giocatori e tecnici “gli amici del Papa” e oggi Prandelli, Sabella, Buffon e Messi saranno testimonial di un progetto del Vaticano che creerà una rete educativa internazionale fra tutte le scuole del mondo.

Il ruolo del figliol prodigo invece spetta a Daniel Osvaldo, privato del Brasile per ragioni disciplinari, e ieri ridotato dell’anello da titolare. «Ci siamo abbracciati e parlati, con battute su quello che era successo – racconta il ct -. L’ho visto sereno e motivato, gli auguro di trovare un equilibrio nella Roma. Lui e Balotelli mi avevano impressionato a Ginevra contro il Brasile, hanno grandi potenzialità, nella mia testa sono titolari». Sono entrambi squalificati per Italia-Bulgaria a Palermo: Prandelli era intenzionato a schierarli dall’inizio domani, l’infortunio di Super Mario cambia tutto. Non manca nessuno («mai pensato di risparmiare chi ha la Supercoppa, ma userò buonsenso»), l’Italia vuole ripetere la prova di Fortaleza contro la Spagna. «La personalità si dimostra esprimendo il proprio gioco, noi vogliamo controbattere colpo su colpo ma anche provare a palleggiare, mostrare il piglio giusto, attaccare con più uomini. Un’ora alla pari dell’Argentina sarebbe già un grande risultato».

Agli azzurri di Prandelli sichiede anche di lavare le figuracce estive dei club: «Io ho una vecchia mentalità: prima prepari la tua squadra, poi affronti grandi avversarie. Questi tour danno un riscontro economico a scapito della preparazione. Però, almeno queste sconfitte servono a individuare i problemi».

L’Italia ha preparato un regalo per il Papa, quasi certamente una pianta di ulivo. «Non la penso come Balotelli, questo è un evento unico, di partite ne giochiamo tante… Se conterrò l’emozione, chiederò al Santo Padre di venire allo stadio».

La Repubblica