Meglio concreta o divertente? Dopo due anni di vuoto più o meno assoluto, è molto dolce avere l'interrogativo di chi vince il confronto tra la Fiorentina esordiente di Prandelli e quella di Montella. Premesso che alla fine del girone di andata sul piano dei punti la prima è per ora in vantaggio con 40 punti contro i potenziali 38, se va bene col Pescara (secondo miglior punteggio di sempre dell'era Della Valle), rimane sullo sfondo il dubbio su quale delle due squadre sia veramente più forte.
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Prandelli e Montella, il confronto per reparti
Meglio concreta o divertente? Dopo due anni di vuoto più o meno assoluto, è molto dolce avere l’interrogativo di chi vince il confronto tra la Fiorentina esordiente di Prandelli e …
Portiere
Il rendimento del primo Frey fiorentino fino al grave infortunio in Coppa Italia contro la Juve è stato toccato dal francese solo nella stagione 2008/09, quando le sue parate contribuirono in modo decisivo alla seconda sofferta qualificazione Champions. Troppo impari il confronto con l'attuale Viviano, che però quando era a Bologna non era troppo distante da quelle prestazioni. E Neto ha per ora giocato troppo poco per poter dare un giudizio completo. In questo caso vince certamente la Fiorentina di Prandelli.
Difesa
A quattro con l'attuale Commissario tecnico, a tre con l'allenatore rivelazione del campionato, ma con la stessa benedetta caratteristica di prendere pochi gol. Nel 2005 i titolari erano all'inizio Ujfalusi, Dainelli, Gamberini e Pancaro, che venne presto superato dallo scoppiettante Pasqual. Tutti difensori con pochi fronzoli, molto concreti, che davano un appoggio limitato al centrocampo, con la sola eccezione dell'attuale capitano. Per non parlare delle incursioni offensive, affidate soprattutto a Dainelli e comunque poco fruttuose in termini realizzativi. Nulla a che vedere con i 9 (nove!) gol realizzati in 18 partite dal trio Roncaglia-Gonzalo Rodriguez-Savic, una media da grande squadra, di quelle che arrivano nelle fasi finali di Champions. In più oggi c'è la voglia di non perdere mai un pallone, di giocarlo sempre, qualità che potrebbe anche costare qualche rete al passivo, ma che è stata apprezzata da tutti. Meglio quindi la difesa di Montella.
Centrocampo
La grande idea di Prandelli fu di dare qualità attraverso le fasce laterali. In quel campionato Jorgensen e Fiore fecero partite bellissime, con l'aggiunta di cinque reti a testa che aiutarono non poco per la conquista del quarto posto. In mezzo invece con l'ottimo Brocchi e con Donadel o Pazienza si badava molto al sodo, ma alle spalle dei due «mazzolatori» premeva il giovane Montolivo, che cominciò a giocare con più continuità nel girone di ritorno. Il centrocampo spagnoleggiante della Fiorentina Olé di Montella è un'eresia tecnica per il calcio italiano. Nessun incontrista e tutti insieme tre grandi costruttori di gioco: Aquilani, Pizarro e Borja Valero. Il rischio è alto, perché se stanno bene fisicamente riescono ad imporre il ritmo ed il possesso palla diventa straripante, ma se non sono al meglio della condizione qualcosa si inceppa e tutto diventa più complicato. Va ancora peggio se, come è accaduto, manca uno dei tre perché la distanza tra titolari e riserve è molto marcata. Per quanto riguarda i due esterni, nonostante le intriganti ed intermittenti prove di Cuadrado, e la ritrovata verve di Pasqual, l'impressione è che si sia ancora un po' distanti dalle prestazioni e dai gol della coppia Jorgensen-Fiore. In questo caso non esiste un reparto migliore, dipende dai gusti.
Attacco
Inarrivabile il primo Toni viola, degno del paragone con Batistuta, che è come dire di entrare in un'altra dimensione calcistica. Lo straordinario (per volontà) Toni di oggi rimane un ottimo centravanti, ma rientra sicuramente «tra gli umani». Jovetic supera invece nettamente Bojinov o Jimenez, che da gennaio in poi prese il posto del bulgaro. In più, Prandelli aveva in panchina un certo Pazzini e quindi, grazie soprattutto a Toni, batte nettamente il suo giovane collega.
David Guetta - Corriere Fiorentino
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