Dov'è finita la Fiorentina? Può esistere un problema di testa, ha ammesso Sousa. E magari - scrive La Nazione - anche di gioco, essendo quello viola il diciottesimo attacco del campionato (stasera gioca il Palermo, che per ora è sotto). Dov’è finita la Fiorentina nessuno lo sa, neanche l’Atalanta che ieri ha incrociato una versione molto piatta e prevedibile della ex squadra-prodigio, ora per niente prodigio e anche poco squadra. Un po’ meglio nel secondo tempo, comunque poco rispetto alle attese.
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Poca e orizzontale: Fiorentina senza testa
Dov’è finita la Fiorentina nessuno lo sa, neanche l’Atalanta che ieri ha incrociato una versione molto piatta e prevedibile della ex squadra-prodigio, ora per niente prodigio e anche poco squadra. Un po’ meglio nel secondo tempo, comunque...
Sousa ha scelto di giocare con due punte, forse rassegnandosi all’ondata popolare che le richiedeva, il problema è che alle spalle di Babacar e Kalinic (spesso più arretrato) ha messo insieme una Fiorentina davvero poco pronta a innescare gli attaccanti. Borja marcato a uomo da Kessié, Badelj e Sanchez in stallo, Bernardeschi e Milic stoppati sulle fasce. E poi altri sotto tono, a cominciare da Gonzalo rientrato in una versione davvero poco da leader. Essendoci due punte è aumentato almeno il numero dei cross, pochi però quelli potabili tracciati dalla giusta posizione. La Fiorentina poi non ha trovato giocatori in grado di fare la differenza nel suo club dei cosiddetti big. Bernardeschi ha sofferto prima Dramé e poi Conti, puntando raramente Toloi, Borja si è innervosito per la marcatura tosta di Kessié, Milic mai ha sfondato sulla fascia. L’unica vera occasione (a parte un errore di testa di Kalinic) è nata guardacaso da calcio d’angolo: sembrava un replay del calcio da fermo decisivo per battere il Chievo, ma questa volta la zuccata di Sanchez è stata intercettata sulla linea di porta.
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