Sono il perno dei due centrocampi più forti della serie A. Due direttori d'orchestra insostituibili, per carisma, qualità, esperienza e precisione. David Pizarro e Andrea Pirlo hanno davvero tanto in comune. A partire dalla loro storia calcistica, iniziata da trequartisti per poi arrivare alla cabina di regia. Roy Hogdson e Carlo Ancelotti hanno avviato la loro trasformazione, l'applicazione, la classe e l'intuito hanno fatto il resto. Tanto che entrambi hanno finito per interpretare il proprio ruolo in modo unico creando un modello che invano tanti giovani centrocampisti cercano di imitare.
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Pizarro vs Pirlo: gli ultimi strateghi del pallone
Sono il perno dei due centrocampi più forti della serie A. Due direttori d’orchestra insostituibili, per carisma, qualità, esperienza e precisione. David Pizarro e Andrea Pirlo hanno davvero tanto in …
Vite parallele quelle di Pizarro e Pirlo, come nella voglia di riscatto, di dimostrare che a sbagliare erano gli altri, e che li ha spinti a rimettersi in gioco accettando nuove sfide contro tutti i pronostici. Tutti e due classe '79, entrambi scaricati senza tanti complimenti dai club con cui avevano conquistato trofei e applausi. Vittime dell'integralismo dei nuovi allenatori (Allegri e Zeman), e di quel ricambio generazionale dovuto più a esigenze di bilancio che a ponderate scelte tecniche. Ciò che invece hanno fatto Fiorentina e Juventus decidendo di puntare tutto su di loro per iniziare un nuovo ciclo. Già, perché sia Pizarro che Pirlo sono i protagonisti di due rinascite. Quella viola nata dalle delusioni delle due ultime stagioni e quella bianconera figlia della necessità di tornare a vincere in Italia e in Europa.
Non è un caso che la stessa Juventus, a gennaio della scorsa stagione, cercò con insistenza il regista cileno. Una trattativa ben avviata con la Roma che poi però naufragò. Per lui infatti era pronto proprio il ruolo di vice Pirlo, perché Pek era l'unico che avrebbe permesso ai bianconeri di non sentire la mancanza del regista della Nazionale. Ma Pizarro disse no e scelse di continuare a giocare da protagonista. E così ecco l'avventura al Manchester City, coronata dallo scudetto, e poi la scelta di accettare il progetto Fiorentina. Domani Fiorentina-Juventus passerà anche dai loro piedi e dalla loro capacità di leggere la gara. Una partita a scacchi fra due grandi strateghi del pallone.
Corriere Fiorentino
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