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Pizarro: “Voglio sempre vincere: obiettivo Europa”

“Dopo Napoli non ho dormito dalla delusione. Savic è molto forte” (COMM.)

Redazione VN

Sul Corriere Fiorentino troviamo una lunga intervista a David Pizarro. Eccone un lungo estratto con le domande più interessanti:

Pizarro, perché la Fiorentina?

«Perché sapevo dove venivo, una piazza che ha sempre messo in difficotà gli avversari. E non avrei potuto scegliere meglio».

Chi è stato decisivo per la sua scelta?

«Avevo già parlato con Montella, prima che lui firmasse con la Fiorentina. Ho aspettato una risposta dalla squadra del mio cuore in Cile. Poi quando l'ho ricevuta, ho firmato subito con i viola».

E lo scorso anno è andato a vincere una Premier storica col City...

«Sì, ma quanto abbiamo sofferto alla fine... (ride, ndr). È stata un'esperienza fantastica. Quello italiano resta il campionato più difficile a livello tattico, e chi non lo conosce fa fatica. Ma come ambiente e come organizzazione l'Inghilterra è davanti a tutti. Quando a Napoli sono entrato in campo per il riscaldamento e ho visto quel terreno di gioco mi è venuta una tristezza incredibile. In Inghilterra c'è sempre un prato perfetto per giocare a calcio».

Torniamo alla Fiorentina e a Montella. Prima compagno di squadra ora allenatore. Quanto è cambiato?

«Vi racconto una cosa divertente. Quando a Roma ce lo siamo ritrovati in panchina, tutti abbiamo pensato: che bellezza, siamo tutti amici. Invece niente, dal primo giorno è cambiato completamente, nessun soprannnome o confidenza. Ma per me è stata una bella sorpresa, perché i giocatori sono così, se gli dai confidenza ottieni il contrario. Anche per questo ritengo Vincenzo un allenatore in gamba, che farà carriera come da calciatore».

Anche il centrocampo della Fiorentina comunque per qualità non scherza. Toccherà a lei dirigerlo...

«In carriera ho avuto la possibilità di giocare con grandi compagni, ma ritrovare Alberto Aquilani e giocare con Borja Valero, uno che arriva dalla scuola Real, è stata una bella sorpresa. Poi ci sono Romulo e Matias Fernandez che sicuramenrte farà bene. Con lui parlo tanto perché giocare in Italia non è semplice. Vedrete che ci darà una grande mano. Nel complesso è un centrocampo che ha grande personalità, che sa palleggiare nei momenti di difficoltà, quando la palla brucia. I compagni sanno che si possono fidare».

Già, il palleggio, il tiqui taca. Montella ha detto che non è un gioco che lo esalta. Preferisce la verticalità.

«Sono d'accordo, anch'io la penso cone lui avendo giocato tanto con Spalletti. In Italia bisogna far gol. Il palleggio prolungato è divertente quando vinci e può essere un'arma in più perché allora fai stancare l'avversario e lo colpisci una seconda volta. Però anche l'anno scorso a Roma con Luis Enrique, tutti a parlare di 'sto tiqui taca. Lasciamo stare...».

Insomma più che altro è una moda... 

«Esatto. E sinceramente mi dà anche un po' fastidio».

In questa Fiorentina però sono tanti a non conoscere la serie A: quanto sarà importante il suo aiuto?

«La cosa da sottolineare è il fatto che si è creato davvero un bel gruppo. C'è molta serenità, che fa la differenza soprattutto nei momenti di difficoltà. È tutto molto trasparente, onesto, senza malizia. È una squadra che ha fame, che si sacrifica per il compagno, c'è solidarietà perché tutti corrono per gli altri. E poi questa è una piazza che se ne intende di calcio».

Anche la prima sconfitta è stata accolta senza eccessive critiche... 

«Sì, ma a me perdere non piace per niente. Sono stato sveglio fino a tardi a riguardare la partita. Il fatto di aver ricevuto pure gli elogi di Mazzarri, non ha fatto altro che aumentarmi il fastidio e la rabbia perché il Napoli ha fatto poco per vincere. Con quella partita comunque abbiamo preso coscenza che ce la giocheremo con tutti, senza presunzione, ma consapevoli della nostra forza».

Impossibile allora non parlare di Europa...

«Io voglio entrare in Europa. È l'obiettivo per cui lavoriamo, sono venuto a Firenze per questo. Per riportare la Fiorentina dove era fino a due stagioni fa, quando giocare a Firenze era sempre tosto».

Jovetic è stato il caso dell'estate. Quanto ha avuto bisogno dei compagni?

«È un giocatore già maturo, lo sta dimostrando in questo inizio di campionato. È un ragazzo semplice, gli ho detto che lo aiuteremo a farlo valere, il prossimo anno, almeno 60 milioni...».

Invece Nastasic è andato via. Dispiaciuto?

«Sicuramente è un giocatore importante, ma conoscendo Savic sono sicuro che la Fiorentina abbia fatto un bell'acquisto. Stevan è uno che sta sempre sul pezzo e sarà sicuramente importante. Quando in società mi hanno chiesto un giudizio su di lui, ho risposto che è un ottimo giocatore».

In chiusura cosa deve migliorare il prima possibile questa Fiorentina? 

«Serviranno i gol dei centrocampisti, dobbiamo migliorare il gioco in area perché fino alla trequarti ci arriviamo con facilità. Poi però bisogna chiudere l'azione, rompere le righe. Stiamo lavorando proprio su questo».