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Pioli, gli anni bolognesi tra luci ed ombre. E Gilardino tra le cause dell’addio

La parabola di Pioli a Bologna, e un addio consumato dopo i dissidi con il presidente Guaraldi

Redazione VN

Stefano Pioli aveva conquistato Bologna e il Bologna, dalla sua parte aveva un campionato di luci e un altro molto dignitoso, e allora fine maggio Albano Guaraldi gli allungò e gli adeguò il contratto. Come scrive il Corriere dello Sport - Stadio, l'allenatore viola rifiutò una proposta allettante del Monaco con una promessa: che i rossoblu avrebbero riscattato dal Genoa, Alberto Gilardino. Così non andò, e a quella che fu la prima grande arrabbiatura del tecnico parmigiano si aggiunse la cessione di Taider all'Inter dando adito alle voci di un addio anticipato. Nel diluvio di Verona Pioli finisce sulla graticola, Guaraldi convoca la squadra e chiede a tutti i giocatori se hanno problemi con lui. L’allenatore lo apprende. Come apprende che lo stesso presidente avrebbe contattato anche altri tecnici. Si sente destabilizzato, capisce che l’esonero è vicino, poi il Bologna batte il Genoa con un rigore di Diamanti e così Pioli salva la panchina. Ma il suo regno durerà poco: due settimane dopo sarà fatale la sconfitta di Catania. Da una promessa estiva all'esonero: la parabola si è chiusa nel peggiore dei modi.

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