Pioli chiede le alternative, non vuol soffrire i problemi della scorsa stagione. Dirigenza al lavoro

""Il centrocampo non era così male. Un mediano francese a tutto campo con la botta feroce e il sangue freddo da valere i calci di rigore e l’ex talento da rilanciare, interno anche lui, ma meno difensivo e più votato agli inserimenti. Tra Veretout e Benassi (che forse ha deluso un po’), c’era Milan Badelj, rimasto un anno per volere di Pioli, al quale interessava poco la missione della società, quella di mandare via (quasi) tutti quelli della gestione precedente perché se vuoi contare qualcosa devi avere uomini tuoi e solo tuoi. Badelj era in partenza, finché il bravo allenatore non ha convinto tutti che meglio perderlo a parametro zero che ritrovarsi senza un padrone del gioco, un regista che nella vecchia Fiorentina era uno tra tanti, ma in questa era quello che aveva la testa e le idee, mentre gli altri correvano il doppio. Ma il problema non erano i titolari, era tutto il resto. Sarà mai possibile avere un centrocampo senza alternative? No, vero? Non a Firenze. Ma purtroppo il dg e il diesse c’erano riusciti e questa cosa a Pioli non era andata giù. Discussioni normali, anche perchè il tecnico sa che chi comanda non ammette che lo si contraddica e quindi lui maneggia i suoi capi con grande cura. E così, quando si girava verso la sua panchina in caso di necessità, il tecnico provava un gran senso di solitudine. C’era (e c’è ancora, ma per poco) Cristoforo, centrocampista irrisolto e mai decodificato, forse causa smarrimento password. E poi Sanchez, il mix tra Lenny Kravitz e il piccolo Arnold, simpatico improvvisatore che ha complicato non poco la vita alla sua amata Colombia, strappandola via da un mondiale non così impossibile. Pioli ha chiesto qualcosa di meglio. E anche con una certa educata decisione. E così Carlos Freitas ha attivato gli agenti e si è fatto venire qualche idea, sicuramente migliore di quella di Gaspar, tanto per dire", lo scrive La Repubblica.

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