Più che il nome, conta il soprannome. Lui è Bartlomiej Dragowski, "Drago" per gli amici. Una definizione perfetta - scrive il Corriere Fiorentino - per chi sta dimostrando, in questo campionato, di essere uno dei portieri più affidabili in circolazione. L'unica nota positiva, insieme a Vlahovic, della stagione viola. Il margine sulla terzultima lo si deve anche e soprattutto al portiere polacco. La serie di interventi decisivi con l’Atalanta non è bastata a Dragowski per evitare la sconfitta gigliata, ma solo per scongiurare una goleada bergamasca. Sui nove tiri nello specchio della porta in nove, soltanto tre si soni trasformati in gol. Nelle altre sei occasioni invece è stato il n°69 ad avere la meglio. Una prestazione da urlo, che ha ricordato quella da record della stagione 2018-19, sempre contro la Dea. Il polacco vestiva ancora la maglia dell’Empoli e fu capace di compiere addirittura 17 parate. In serie A, non accadeva dal 2004-05. In questa stagione si è dimostrato inoltre un vero specialista contro i tiri dal dischetto. Ne ha parati due, sugli otto assegnati contro la Fiorentina: uno a Kessie e uno (decisivo) a Joao Pedro, nello scontro diretto col Cagliari. Un dato che lo pone al comando della serie A, al pari di Gollini e Skorupski.
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Piacere “Drago”: un (sopran)nome, una garanzia tra i pali
Dragowski è forse la nota più lieta della stagione della Fiorentina, insieme a Vlahovic
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