stampa

Perchè funziona il pugno duro dei Della Valle

Ora che i giochi sono fatti è giusto ricordare che “loro” lo avevano detto. Già nell’agosto scorso la famiglia Della Valle aveva bloccato il passaggio di Jo-Jo alla Juve. Le …

Redazione VN

Ora che i giochi sono fatti è giusto ricordare che "loro" lo avevano detto. Già nell’agosto scorso la famiglia Della Valle aveva bloccato il passaggio di Jo-Jo alla Juve. Le manovre di Marotta, i messaggini di Conte al giocatore e le speranze di Andrea Agnelli non hanno spostato di una virgola la rigida posizione dei proprietari della Fiorentina. E Jovetic, anche se a malincuore, un anno dopo ha dovuto accettare l’offerta del Manchester City. Anche Ljajic ha dovuto accontentarsi del "piano B". I consulenti del talento serbo avevano trovato un accordo con il Milan. Una trattativa di mercato da manuale per un giocatore in scadenza di contratto nel giugno del 2014. Ma la famiglia Della Valle, ricordando la fuga in rossonero di Montolivo a zero euro, ha obbligato Ljajic ad accettare la proposta della Roma. L’alternativa sarebbe stata un anno in panchina senza giocare (troppe presenze in tribuna potrebbero far scattare una denuncia per mobbing con richiesta di rescissione). Una "condanna" insopportabile per un ragazzo classe ’91.

La Fiorentina esce da questa campagna acquisti estiva dimostrando, con i fatti, di saper rispondere a schiena dritta ai giochi di mercato. Niente di nuovo. Era già successo, in passato, con la trattativa Toni-Inter. Lucagol si era promesso a Moratti ma fu costretto a rispettare il contratto e a restare ancora una stagione in maglia viola. Qualcuno potrebbe leggere nelle battaglie calcistiche di Diego e Andrea Della Valle un proseguimento di scontri in atto in altri settori del mondo economico e politico o, ancora, la voglia di intralciare i piani di Adriano Galliani, rivale nella corsa Champions e nelle stanze di comando della Lega. Ma, in realtà, i proprietari del club viola hanno solo voluto ribadire il loro modo di vivere il rapporto con i propri tesserati. Che sono amati, che vengono difesi nei momenti delicati ma che hanno anche il dovere di rispettare i contratti. Che non vuol dire, per carità, trasformare la Fiorentina in una prigione. La storia insegna: chi ha chiesto di andarsene è stato sempre accontentato lasciando però alla proprietà il diritto di ultima parola sulla valutazione del cartellino e sulla sistemazione. Un ruolo che, del resto, ogni società dovrebbe pretendere di avere.

La famiglia Della Valle è riuscita in questo mercato a centrare un doppio obiettivo: da una parte ha fatto cassa (30 milioni Jo-Jo, 10 più bonus Ljajic) reinvestendo i soldi negli acquisti di Supermario Gomez, Ilicic, Joaquin e prima del 2 settembre arriverà almeno un altro elemento di statura internazionale e dall’altra ha impedito a due dirette avversarie per la corsa scudetto-Champions di rinforzarsi con i giocatori provenienti dallo spogliatoio viola. Missione compiuta, insomma. Ora tocca alla Fiorentina di Montella continuare a vincere sul campo.

Luca Calamai - La Gazzetta dello Sport