Chiamatela Little Italy viola. Se nell’albergo che ospita la Fiorentina nel cuore di Manhattan ieri si parlava italiano per l’arrivo della delegazione del Giuseppe Rossi Fan Club, nello spogliatoio invece la nostra lingua è ormai in netta minoranza. Tra sudamericani e iberici infatti, lo spagnolo la fa da padrone, senza considerare che anche il ceppo slavo ha messo radici da tempo. In più, con l’arrivo di Mario Suarez, quello imminente di Gilberto, quello possibile dell’altro serbo Milinkovic e soprattutto quello del nuovo tecnico Paulo Sousa, la situazione è andata ulteriormente a peggiorare. Con tanti saluti al processo di italianizzazione sbandierato dai dirigenti a inizio estate.
stampa
Pepito e il viola tricolore, solo a Little Italy
Chiamatela Little Italy viola. Se nell’albergo che ospita la Fiorentina nel cuore di Manhattan ieri si parlava italiano per l’arrivo della delegazione del Giuseppe Rossi Fan Club, nello spogliatoio invece …
Non a caso a Moena si sentivano urlare cose tipo «Vamos», «Pasa la pelota», «Mira la porteria», come se la Fiorentina fosse un club di Liga piuttosto che di serie A. Sousa da parte sua parla bene italiano, ma tutti i suoi collaboratori sono spagnoli e quindi la lingua madre degli allenamenti viola diventa quasi naturalmente quella iberica. Nonostante l’arrivo di Sepe infatti, nella rosa della Fiorentina sono rimasti pochissimi a difendere i nostri colori: con l’inossidabile capitan Pasqual ci sono Bernardeschi e appunto Pepito Rossi, che per altro preferirebbe di gran lunga parlare inglese piuttosto che italiano. Per ripopolare le fila nostrane allora, servirebbe che il nugolo di giovani visti in Trentino convincesse Sousa a farlo rimanere in prima squadra: Capezzi, Fazzi e Lezzerini per il momento restano aggregati al gruppo in tournée, ma difficilmente resteranno viola per tutta la stagione. Su Gila e Diamanti invece, ovvero i due che più di tutti avevano rappresentato la voglia di italianizzare una squadra sempre più dominata dagli stranieri, è calato il silenzio. Alino è dato in Inghilterra, dove probabilmente troverà sistemazione per ricominciare dopo le delusioni viola. Il violinista invece si sta allenando da solo, in attesa di una chiamata di Adv. Se Gomez andrà via infatti, la volontà della Fiorentina sarebbe riportarlo al Franchi, a patto però che nel frattempo lo stesso bomber non si sia deciso a dire sì ai molti club (tra cui soprattutto il Carpi) che lo corteggiano da settimane.
La voglia di vedere una Fiorentina più italiana confessata da Della Valle insomma, sembra destinata a rimanere in soffitta. A meno che, a sorpresa, nelle afose giornate d’agosto Pradè e Angeloni non tornino alla carica per qualche azzurro (come Insigne) che aumenterebbe le truppe tricolori e allo stesso tempo accenderebbe l’entusiasmo dei tifosi.
Nel frattempo, accontentiamoci dello slang italo-americano dei tifosi newyorkesi di Pepito, che qualche ora prima della partita col Psg, hanno riempito il Fenomeno viola di regali, sorprese, sorrisi e strette di mano. Rossi da parte sua si è dedicato volentieri anche a i tanti «selfie» con i bambini del suo fan club, per poi invitare tutti allo stadio: «Chi viene al Red Bull Arena stasera? — ha scritto su Twitter — l’appuntamento è per le 20,30, sarà un momento eccitante per me!». Ah, per la cronaca il tweet era in inglese. Ma vabbè, visto che siamo a due passi da Little Italy, per stavolta può andar bene anche così.
Leonardo Bardazzi - Corriere Fiorentino
© RIPRODUZIONE RISERVATA